Dove eravamo rimasti? Ah, già, come dimenticarlo: correva il 1996, l’anno della pecora “Dolly”, primo essere vivente nato dalla clonazione, ma anche quello dei giochi olimpici di Atlanta, della Juventus stellare che conquista Champions e Coppa Intercontinentale e Max Biaggi che per la terza volta consecutiva domina il Motomondiale nella classe 250. Ma è anche l’anno in cui nei cinema arriva “Ferie d’agosto”, una commedia di Paolo Virzì, regista toscano alla sua quarta prova, che in realtà è molto più di una commediola come tante: uno sferzante e graffante ritratto della società italiana, sempre più divisa fra kitsch arrogante e la cultura usata come arma per offendere. Una trama che esalta il gioco di una squadra di attori abilissimi a pennellare ognuno il ritratto di un italiano medio, ma pur sempre dannatamente italiano.
In breve, racconta le vacanze sull’isola di Ventotene di due gruppi: il primo guidato idealmente al giornalista Sandro Molino (Silvio Orlando), un progressista facile al disgusto che ama circondarsi di cattocomunisti e liberi pensatori, immersi in un’Italia che non riconoscono più, alle prese con la vittoria alle elezioni di Silvio Berlusconi e di un nuovo ceto trionfante che fino ad allora provava soggezione e inferiorità verso gli intellettuali e la cultura. Dall’altro l’accolita familiare verace e croccante di Roggero Mazzalupi (Ennio Fantastichini), imprenditore arricchito di fresco zeppo di “regazzini”, fra cui Sabrina, un’adolescente inquieta, con tanto di parentado a scrocco e corna segrete (con la cognata Marisa, Sabrina Ferilli).
L’abilità registica di Virzì sta tutta nella grande capacità di pennellare i caratteri e far esplodere i dissapori, tutti figli dell’estrema incomunicabilità dei due gruppi, i primi impegnati ogni sera in cene per lo più vegetariane che culminano in discorsi impegnati, i secondi con i problemi della antenna tv e le “magnate” pantagrueliche di chi è in ferie, e allora vivaddio, deve spassarsela.
Uno dei colpi di scena finali della pellicola arriva quando Cecilia, la compagnia dell’intellettuale Molino, gli rivela la gravidanza che significa la speranza di una generazione migliore.
“Quando girammo Ferie d’Agosto, nel 1995, abitavo in una casa nel cuore del paese. Gli attori allora non avevano tutti gli impegni che hanno oggi, quindi rimanevano tutti sull’isola, e ci potevamo permettere il lusso di decidere il piano di lavorazione della giornata la mattina stessa. C’era molto raccoglimento. Questa volta ho scelto di abitare lontano, proprio dove finisce l’isola, circondato da campi di carciofi e lenticchie, cardi, gelsi, uccellini che pigolano. Da allora Ventotene è cambiata meno di quanto non sia cambiata l’Italia turistica. Avendo una capacità di accoglienza ridotta, non ha fatto in tempo a diventare come Ponza o Capri, ma è comunque cambiata come sono cambiate le persone, le abitudini di vacanza, com’è cambiata l’Italia. Avevo scelto Ventotene proprio per la modestia, e per una certa severità spartana del luogo, rispetto ad altre località di vacanza più frequentate, e l’avevo usata per enfatizzare il contrasto tra un gruppo di persone abituate a passare le vacanze in un luogo non affollato perfino a Ferragosto, con pochi servizi, e l’arrivo del “nuovo che avanza”.
Trent’anni dopo, “Un altro ferragosto”, in uscita in questi giorni nelle sale, dimostra che poco è cambiato nei caratteri dei “reduci” di quella vacanza, rappresentanti di un’Italia sempre più coatta e senza pudore, senza vergogna, senza paure e più che altro senza prospettive. Tutto si è solo aggiornato e adeguato ai tempi, alle esperienze e agli anni che pesano sulle spalle: le due sorelle sono ormai vedove da tempo, l’intellettuale con la mente svampita che piscia ovunque, l’ex adolescente diventata influencer, il provolone sempre in cerca di avventure
LA TRAMA
Altiero Molino, il figlio di Sandro e Cecilia, è un ventiseienne imprenditore digitale che torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malandato e regalargli un’ultima vacanza. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. È una nuova occasione di scontro fra due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.
CAST TECNICO
Regia – Paolo Virzì
Da un soggetto di Paolo e Carlo Virzì
Sceneggiatura – Francesco Bruni, Carlo Virzì, Paolo Virzì
Direttore della fotografia – Guido Michelotti
Scenografia – Sonia Peng
Costumi – Catherine Buyse
Trucco – Ermanno Spera, Bruno Tarallo
Capelli – Daniela Tartari
Fonico – Roberto Mozzarelli (A.I.T.S.)
Montaggio – Jacopo Quadri
Musiche – Battista Lena
Organizzazione – Alessandro Calosci
Aiuto regia – Elisabetta Boni
Casting – Elisabetta Boni e Dario Ceruti (U.I.C.D.)
Produttori associati – Morano Zaini e Malcom Pagani per Tenderstories
Produttore esecutivo – Federico Foti per Lotus Productions
Produttore delegato – Roberta Jarratt per Lotus Productions
Prodotto da – Raffaella Leone e Andrea Leone
Una produzione – Lotus Production, Leone Film Group
Produttore associato – Tenderstories
Distribuzione – 01 Distribution
Durata – 124’
CAST ARTISTICO
Sandro Molino – Silvio Orlando
Marisa – Sabrina Ferilli
Pierluigi Nardi Masciulli – Christian De Sica
Cecilia – Laura Morante
Altiero Molino – Andrea Carpenzano
Cesare – Vinicio Marchioni
Sabrina Mazzalupi – Anna Ferraioli Ravel
Daniela – Emanuela Fanelli
Pampiglione – Rocco Maresciallo
Cozzolino – Lele Vannoli
Luciana Mazzalupi – Paola Tiziana Cruciani
Massimo Mazzalupi – Lorenzo Fantastichini
Martina – Agnese Claisse
Roberto – Gigio Alberti
Graziella – Claudia Della Seta
Betta- Raffaella Lebboroni
Mauro – Silvio Vannucci