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Malgrado la stella del genio intoccabile sia ormai offuscata da rumors sempre più sconvenienti sulla sua vita privata, ogni nuovo film di Woody Allen resta un evento., ancora di più dopo aver dichiarato che questo sarebbe stato il suo ultimo film, l’addio al cinema.

Arrivato alla sua 50esima regia, con “Un colpo di fortuna - Coup de Chance”, a 88 anni suonati, il regista newyorkese torna Parigi, uno dei suoi posti del cuore, per di più con splendida fotografia di Vittorio Storaro, una certezza.

Benché la sua filmografia sia indiscutibilmente associata a New York City, Parigi ha sempre occupato un posto speciale nel cuore di Woody. Dopo aver parzialmente ambientato nella capitale francese “Everybody says I love you” nel 1996 e aver reso la capitale francese un vero e proprio personaggio in “Midnight in Paris”, nel 2010, Allen torna nella sua amatissima Ville Lumière affidandosi alla lingua francese. “A dire il vero io non parlo francese e lo capisco ancora meno, ma mentre finivo di scrivere la sceneggiatura ho pensato che sarebbe stata una splendida esperienza girare il film interamente in francese – ha dichiarato Allen - sono da sempre innamorato del cinema europeo e francese e quando ho proposto ai miei produttori di realizzare il film in lingua francese, hanno reagito con entusiasmo”.

Il risultato è una commedia romantica decisamente meno ironica rispetto al passato che questa volta insegue un doppio obiettivo: da una parte raccontare l’immagine più iconica della capitale francese, languida e poetica, dall’altra il lato più misterioso e intriso di ambiguità che nel finale traghetta la pellicola verso il thriller.

Il tutto sviluppato attraverso il racconto di uno dei conflitti che più gli riescono bene: i complicati rapporti tra uomini e donne, ovvero persone che sanno amarsi, ma con la stessa intensità combattersi, provare odio profondo e tentino reciprocamente di avere il controllo uno dell’altro. Un meccanismo perfettamente oliato che, al solito, è riuscito in pieno: i dialoghi sono brillanti e colpi di scena non mancano, ma non è un segreto che Woody abbia sapienza e mestiere sufficienti per guidare gli attori attraverso una vicenda dal vago sapore hitchcockiano in una recitazione che dev’essere credibile, attillata, in cui alternare con sapienza energia e infelicità, sorrisi e tristezze, ma sempre conservando i tratti delle persone irrisolte, alla perenne ricerca della felicità nel senso più egoistico del termine.

LA TRAMA

Per chi li conosce, Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud) sono la coppia ideale: entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano sempre innamorati come il primo giorno. Di lui si mormora che abbia qualche scheletro nell’armadio, mentre lei è reduce da un matrimonio scarno e snervante. Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain (Niels Schneider), un suo ex compagno di liceo, perde la testa. Iniziano a frequentarsi e diventano sempre più intimi…

CAST TECNICO

Regia e sceneggiatura – Woody Allen

Produttori – Letty Aronson, Erika Aronson

Coproduttori – Helen Robin, Raphael Benoliel

Produttori esecutivi – Adam B. Stern, Warren Goz

Fotografia – Vittorio Storaro

Scenografia – Véronique Melery

Montaggio – Alisa Lepselter

Produzione – Dippermouth

Costumi – Sonia Grande

Casting – Patricia Dicerto, Sandie Galan Perez

Distribuzione – Lucky Red

CAST ARTISTICO

Lou de Laâge – Fanny

Valérie Lemercier - Camille

Melvil Poupaud – Jean

Niels Schneider – Alain

Sara Martins – Chloé

Elsa Zylberstien – Caroline Blanc

William Nadylam – Charles

Grégory Gadebois – Henry Delany

Guillaume de Tonquédec – Marcel Blanc

Bruno Gouery – Gilles