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C’è un nemico implacabile che sfida anche le migliori armi a disposizione del Pentagono: le zanzare. Per trovare una soluzione che riesca ad alleviare almeno il riposo dei militari al fronte, che dopo lo stress dei combattimenti devono vedersela con le zanzare affamate e soprattutto portatrici di virus come malaria Zika, West Nile o Dengue, l’US Army ha chiesto l’aiuto dell’Università della Florida. Fra le richieste del Pentagono l’efficacia prolungata e il dettaglio che di qualsiasi sistema si tratti non devono essere necessari corrente elettrica o fonti di calore. In pratica non proponeteci dei nuovi tipi di zampironi, perché in guerra, nel mezzo della giungla, non sappiamo che farcene.

Dopo averci pensato per un po’, Nagarajan Rajagopal e Christopher Batich, due studenti del Dipartimento di Scienza e Ingegneria dei Materiali dell’ateneo della Florida, hanno ideato un sistema che è stato testato per un mese presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti a Gainesville, in Florida, pare con ottimi risultati.

Per accontentare le richieste dei militari si tratta di un sistema passivo, che non richiede nessun apporto esterno, a rilascio controllato di transflutrina, insetticida organico ad azione rapida dall’elevata resistenza. Il dispositivo si compone di un piccolo cilindro in plastica di 2,5 cm che contiene altri due piccoli tubetti di cotone imbevuto di transflutrina. Una settantina di questi involucri sono stati disposti intorno ad una tenda militare, a fianco di un’altra priva perfino di zanzariere per valutarne l’efficacia. A quel punto sono state liberate nell’ambiente quattro diversi tipi di zanzare, fra le più aggressive in circolazione, verificandone attraverso dei sensori il tasso di mortalità con l’esposizione al repellente: dopo quattro ore, il 100% delle zanzare era stato debellato.

I vantaggi della soluzione non si fermano qui: “Questo dispositivo è versatile, portatile, facile da installare e non richiede elettricità o calore, elimina la necessità di applicare repellenti sulla pelle e di usare gli insetticidi da spruzzare in aree aperte che possono contaminare le piante o l’acqua e avere un impatto negativo sugli insetti benefici e impollinatori come api e farfalle”.

Una volta finito il test militare, il sistema avrà con molta probabilità un’interessante e (milionaria) applicazione civile. Non a caso, il sistema è stato immediatamente coperto da brevetto e lo stesso governo americano si è detto interessato a finanziare ulteriori studi.