Le chiamano chiavette, penne, pen drive, pennette: sono piccole e pratiche memorie da collegare ai computer attraverso la porta USB. Fino a qui, anche per chi di queste ne mastica poco, nulla da eccepire.
Ma può succedere, camminando per strada, di vederne una che sporge da un muro. È un fenomeno recente chiamato “Dead Drop” creato per la condivisione “peer to peer” di tutto ciò che si vuole: documenti, musica, immagini, video. È sufficiente collegare il proprio PC al muro, per quanto a volte un po’ complicato, e scaricare il contenuto o caricarne di nuovo in modo completamente anonimo e autonomo.
Ad avere l’idea è stato nel 2010 un artista concettuale conosciuto come “EYEBE-AM”, che dopo aver piazzato le prime cinque pen drive USB nelle fessure dei muri di New York, ha finito per contagiare altre centinaia di persone come Aram Bartholl, un altro artista (ma questa volta tedesco), con il risultato che le chiavette da muro sono comparse in diverse città, raggiungendo ad oggi la rispettabile cifra di 2.276 pen drive sparse sui muri di tutto il mondo.
All’elenco non manca neanche l’Italia, dove i piccoli device attivi sono circa 90, di cui 14 a Roma, una decina a Milano e circa 6 a Torino, di cui una sotto i portici di piazza Vittorio Veneto. Ma il calcolo andrebbe aggiornato, perché pare che qualcuna più che condivisa sia sparita come per magia, trafugata da chi ha pensato che la pennetta senza proprietario intorno fosse un gentile omaggio della fortuna.
In genere sono fissate con cemento a presa rapida e volendo definirle dovrebbero essere una via di mezzo fra un’installazione artistica e un inno alla condivisione democratica di materiale che sfugga a regole e censure, proponendosi idealmente come un’alternativa allo strapotere di internet. Tanto è vero che il nome, “Dead Drop”, si riferisce ad un metodo utilizzato nel mondo dello spionaggio per la condivisione veloce di documenti riservati utilizzando un punto segreto.
Ma per quanto la curiosità di scoprire cosa nasconda una chiavetta fissata nel muro possa essere tanta, gli esperti sconsigliano di provarci, poiché ogni chiavetta per definizione è priva di qualsiasi tipo di controllo e il rischio di incappare in virus o troyan che compromettano il computer è altissimo.
Il fenomeno ha anche un sito che pubblica il “manifesto” del movimento: “Dead Drops è una rete di scambio anonima, non in linea e P2P attraverso luoghi pubblici. Chiunque può accedervi e chiunque può installare un Dead Drop nella propria regione o città, basta che sia accessibile a tutti. In un'era di crescente delocalizzazione dei file e congegni senza accesso a file locali, abbiamo bisogno di ridare un senso alla libertà e alla distribuzione dei dati. Il movimento Dead Drops è stato pensato per cambiare”.