Si intitola “Ice Bed”, letto di ghiaccio, ed è la straordinaria foto che ha convinto il pubblico del “Wildlife Photographer of the Year”, il più celebre e prestigioso concorso fotografico naturalistico del mondo, creato 59 anni fa dal “Natural History Museum” di Londra.
Il segreto del successo di Ice Bed è la serenità che racconta la foto, in un mondo fatto di pessime notizie che aumentano ogni giorno di più: un giovane orso polare bianco tranquillamente addormentato sullo spuntone di un iceberg. Un’immagine che al fotografo amatoriale britannico Nima Sarikhani è valsa il “Wildlife Photographer of the Year People's Choice Award”, categoria a cui quest’anno hanno scelto di votare oltre 75.000 appassionati di fotografia naturalistica e di natura di tutto il mondo, scegliendo fra oltre 50mila immagini.
“L’immagine mozzafiato e toccante di Nima ci permette di vedere la bellezza e la fragilità del nostro pianeta. La foto fa riflettere e ci ricorda il legame profondo tra un animale e il suo habitat e serve come rappresentazione visiva degli impatti dannosi del riscaldamento climatico”, ha commentato Douglas Gurr, direttore del museo londinese.
Arrivare a quello scatto non è stato semplice: dopo tre giorni di ricerca di orsi polari nella fitta nebbia al largo dell’arcipelago norvegese delle Svalbard, la nave della spedizione su cui si trovava Nima ha deciso di cambiare rotta e di dirigersi verso il punto in cui era stata segnalata la presenza di iceberg. Qui hanno incontrato due orsi polari: poco prima di mezzanotte, il giovane maschio si è arrampicato su uno spuntone di ghiaccio raschiandolo fino a ritagliarsi un giaciglio. La foto è stata scattata alle prime luci dell’alba.
Ma una menzione la meritano anche i quattro finalisti “Highly Commended”, le cui immagini hanno comunque conquistato tanto gli appassionati di fotografia quanto gli amanti degli animali. Tra queste “The Happy Turtle” di Tzahi Finkelstein, il gioco tra una tartaruga e una libellula in uno stagno nei Balcani, o ancora “Starling Murmuration” di Daniel Dencescu, che fissa il curioso momento in cui uno stormo forma l’immagine di un enorme uccello ad ali spiegate nei cieli di Roma. Quindi “Shared parenting”, la genitorialità condivisa di due leonesse che accudiscono un cucciolo al Masai Mara, uno dei grandi parchi naturalistici del Kenya. Per finire con “Aurora Jellies” di Audun Rikardsen, che mostra due meduse illuminate dall'aurora boreale in un fiordo della Norvegia.
Le cinque immagini saranno esposte sia online che nella mostra al Natural History Museum di Londra fino al prossimo 30 giugno. In Italia è possibile ammirare al Forte di Bard più di 100 immagini premiate dal concorso londinese, dal 3 gennaio al 2 giugno.