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Dagli indimenticabili pantaciclista “fluo” indossati da Andre Agassi sotto un paio di jeans corti alla gonna simil-tutù da ballo di Serena Williams agli US Open 2018, per finire agli immancabili orecchini di Marija Sarapova. Il look dei tennisti è ormai da anni parte integrante dei personaggi, indicatore di stati d’animo, veicolo miliardario di sponsorizzazioni o messaggio subliminale contro gli “haters”. Non è un caso, se il tennis e la moda viaggiano da sempre a braccetto, uno ispirato dall’altro per lunghezze, tonalità e nuovi materiali tech.

Ma ad ogni stagione, puntuale, arriva un appuntamento antico e inflessibile che non permette nulla di più del bianco. È la celebre norma del “total white”, declinata in 10 punti e imposta per oltre un secolo senza deroghe a Wimbledon, tempio del tennis inglese e torneo che nei palmares dei più grandi dev’esserci per forza.

La norma, secondo la leggenda che si tramanda all’All England Club, risale al 1800, quando la scelta dell’abbigliamento era caduta sul bianco perché unica tinta in grado di “nascondere” gli effetti della sudorazione, allora assai disdicevole per un pubblico da sempre un po’ snob e altezzoso.

Una regola adottata inizialmente da molti altri tornei, che nel tempo – chi prima chi dopo – hanno deciso di abrogare, lasciando libera scelta ai tennisti di scendere in campo scegliendo ciò che preferivano (o meglio, sponsorizzavano), ma sempre nei limiti della decenza.

Ovunque tranne che in Church Road, dove da buoni inglesi legati alle tradizioni, il bianco dell’outfit – compresi scarpe e intimo - è sempre stato un capitolo del regolamento da accettare in modo incondizionato, e senza chiedere eccezioni alla norma che tanto non sarebbero mai passate.

L’unica intrusione di colori diversi dal bianco ha misure precise, quasi invisibili da spalti e tribune: un centimetro, non di più. Per capire quanto il regolamento sia inflessibile basta citare la multa recapitata negli spogliatoi e Roger Federer, che nel 2013 aveva osato scendere in campo con scarpe dalla suola arancione fluo, troppo visibili e soprattutto totalmente fuori norma. Lo stesso per Annie White, che nel 1985 era scesa in campo con una tuta bianca così aderente da costringere l’arbitro a mandarla negli spogliatoi per “abbigliamento poco decoroso”.

Un dress-code che ha resistito imperterrito per 146 anni, malgrado le lamentele pubbliche di supercampioni della racchetta, a volte legati per motivi scaramantici a colori e modelli diversi. Già la scorsa stagione, nel torneo 2022, l’antica regola aveva iniziato a vacillare permettendo da un lato agli sportivi in campo di mostrare solidarietà al popolo ucraino con accenni alla bandiera giallo-blu. Ma dall’altro anche sulla spinta di numerose campionesse pronte a ricordare che il bianco andava bene per tutto ma non gonnellino o pantaloncini e soprattutto per l’intimo, specie in certi giorni del mese, dive il rischio di spettacoli poco gradevoli per il pubblico e i fotografi poteva diventare altissimo.

Da qui una postilla, aggiunta di malumore dal Board dell’Old England Club e controfirmata dall’AD Ian Hewitt, che precede l’ormai prossimo inizio del torneo, terzo Gran Slam, in programma dal 3 al 16 luglio. Oltre a ribadire fedeltà al tradizionale total white, sono concesse deroghe alle donne di indossare “sotto-pantaloncini tinta unita di colore medio/scuro a condizioni che non siano più lunghi dei pantaloncini o della gonna”.

I 10 punti del regolamento

1- I concorrenti devono essere vestiti con un abbigliamento quasi interamente bianco.

2- La tonalità non include il bianco sporco o il crema.

3- Sul completino non possono esserci disegni. È accettabile un unico bordo colorato intorno allo scollo e intorno al polsino delle maniche, ma non deve essere più largo di un centimetro (10 mm).

4- Il colore contenuto nei motivi sarà misurato come se fosse una massa solida di colore e dovrebbe essere all’interno della guida di un centimetro (10 mm). Non sono ammessi loghi fantasiosi o motivi particolari.

5- La parte posteriore di una camicia, un vestito, una maglia da o un maglione deve essere completamente bianca.

6- Pantaloncini, gonne e pantaloni della tuta devono essere completamente bianchi ad eccezione di una singola striscia colorata lungo la cucitura esterna non più larga di un centimetro (10 mm).

7- Cappellini, fasce per la testa, bandane, polsini e calze devono essere completamente bianchi ad eccezione di un singolo bordo colorato non più largo di un centimetro (10 mm).

8 - Le scarpe devono essere quasi interamente bianche. Suole e lacci devono essere completamente bianchi. I loghi dei grandi produttori non sono consigliati. Le scarpe da tennis per erba devono rispettare le regole del Grande Slam: il foxing intorno alle dita deve essere liscio.

9 - Tutti gli indumenti intimi che sono o possono essere visibili durante il gioco (anche a causa della sudorazione) devono essere completamente bianchi ad eccezione di un singolo bordo colorato non più largo di un centimetro (10 mm). Inoltre, sono sempre necessari standard comuni di decenza.

10- I supporti e le attrezzature mediche devono essere possibilmente bianchi, ma possono essere colorati se assolutamente necessario. Un codice di abbigliamento più rilassato opera nei campi di allenamento dell’Aorangi Park.