“Mi piace la lasagna, e poi mi piaci tu”, canta Zucchero Sugar Fornaciari in “Cuba Libre”, e non è il solo ad adorare uno dei piatti più iconici della cucina italiana, purtroppo adottato, svilito e violentato da altre culture.
Ma almeno oggi, 29 luglio, non è ammesso fare gli schizzinosi, perché il mondo celebra il “World Lasagna Day”, la giornata mondiale del piatto per eccellenza domenicale della famiglia italiana. Un evento idealmente dedicato ai milioni di “lasagna lovers”, compresi quelli convinti di aver inventato la propria ricetta, così buona da superare perfino quella scritta nella pietra: strati di sfoglie di pasta fine in cui si mescolano ragù, besciamella e Parmigiano Reggiano come se piovesse. È la formula di quelle alla “bolognese”, le più celebri e amate, forti di 300mila ricerche mensili sui motori di ricerca, anche se ogni regione italiane ha le proprie, che vanno quelle con le polpettine tipiche dell’Abruzzo a quelle al pesto care alla cucina ligure, passando per quelle ai formaggi, vegetariane, vegane e condite con tutto quello che i sapori mediterranei possono regalare: melanzane, funghi, insaccati e verdure.
“Se la lasagna si è conquistata il mondo, si continui a fare la lasagna con i parametri giusti, pasta fine, besciamella, ragù – ha ribadito all’Ansa Massimo Spigaroli, presidente onorario dell'associazione CheftoChef emiliaromagnacuochi - ben venga l'innovazione, fermo restando che la lasagna della nonna deve rimanere. Si rischia di compromettere l'immagine e il successo del piatto. Io propongo una lasagna classica, quella che mangiavo da piccolo. Per il menu estivo del 2025 stiamo lavorando a una lasagna vegetale con il formaggio giovane tosone, sfoglie verdi di spinaci, carote, patate viola, prezzemolo e verdure”.
Per chi ama un po’ storia, le prime notizie sulle lasagne risalgono ai tempi delle “laganum” citate da Apicio, padre putativo di cuochi e chef, e le “laganon” di Orazio, che nei suoi scritti racconta di sfoglie ricavate da un impasto di grano cotte sul forno e farcite con un ricco pasticcio di carne.
Per la ricetta bisogna però attendere il XIV secolo, quando nel “Liber de Coquina” scritto per le reali cucine della Corte Angioina le lasagne compaiono per la prima volta in modo ufficiale. Le uova per l’impasto compaiono solo nel Cinquecento, mentre nelle corti del periodo rinascimentale non sono rare versioni da puro contorno delle lasagne. Nel 1863, in un ricettario scritto da Francesco Zambrini, le lasagne diventano per la prima volta un piatto a strati.