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di Ombretta Bertoldo - Canavesealcentro

Chi saprebbe rispondere alla domanda: “se potessi esprimere un desiderio, che cosa vorresti avere?”. Domanda apparentemente semplice e banale, che si presta a varie interpretazioni. In questi ultimi mesi ho trovato una ricerca interessante a livello nazionale commissionata da una nota banca che, tra i risultati, porta i dati sulle “cose che contano” per gli italiani. Ai primi posti ci sono la famiglia e i figli (63% del campione), la salute (48%), ma anche i viaggi (44%) e una percentuale del 37% cita "il tempo per riflettere, migliorarsi, accrescere la propria cultura”.

Non è una novità parlare del tempo; citando Seneca: “Il tempo non è poco, ma ne sprechiamo tanto”.

Quindi, tempo come risorsa preziosa, sempre più ambita, spesso utilizzata per fini individuali. Si pensa mai a poter utilizzare il tempo per altri, a scambiarlo e, visto che è così prezioso, ad usarlo in alternativa al denaro?

La risposta è sì, c’è chi ci pensa e, addirittura, chi fonda le “Banche del Tempo”. Ne abbiamo un esempio qui da noi: la Banca del Tempo del Canavese, fondata a Rivarolo da soci di diversi paesi. Sono sempre stata incuriosita da questa realtà e, da due anni, ne faccio parte come socia.

Le Banche del Tempo sono organizzate come istituti di credito in cui le transazioni sono basate sulla circolazione del tempo, anziché del denaro. Un iscritto al circuito offre un servizio a un altro iscritto. La più grande differenza con le banche classiche è che non si maturano mai interessi né in passivo né in negativo. L’unico obbligo che si ha è il pareggiamento del conto.

Lo scopo è creare uno scambio circolare e gratuito di saperi e servizi, una vera e propria economia circolare in cui ciascuno mette a disposizione quello che sa fare nella rete e viene ripagato con le ore di qualcun altro.

Vi assicuro che, quando mi è venne chiesto la prima volta cosa potessi mettere a disposizione e, dunque, scambiare, ci misi un po’ a dare le risposte! In effetti, probabilmente siamo più orientati a pensare a cosa vorremmo avere più che a quello che potremmo dare. Non per egoismo, ma perché neanche siamo consapevoli di quello che potrebbe avere valore per gli altri.

Questo concetto mi fa pensare che, al di là della finalità “da Statuto” della Banca del Tempo, ce ne sia un’altra, più sommersa e di immenso valore: pensando a ciò che si può condividere, ognuno mette in campo le proprie energie e potenzialità, quei saperi potenzialmente importanti per chi li riceve e che donano nuova consapevolezza e sicurezza psicologica a chi li offre.

Credo che sia così che nascono le reti di aiuto reciproco, che tanto fanno bene al territorio. Pensiamo al nostro, in cui un’associazione come la Banca del Tempo può raccogliere le esigenze degli abitanti della zona, che possono scambiare idee, abilità, competenze e far crescere quel senso di condivisione, che è una luce nell’ombra di tempi molto votati al produrre e all’arricchirsi.

Ad oggi, gli associati in Canavese sono circa 50, in crescita. Le ore scambiate o date dal 2019 sono 856, di cui 99 quest’anno e vanno dai corsi di lingue alle visite ai musei, dalle gite ricreative ai corsi di yoga, ma comprendono anche l’aiuto a stirare, a fare la spesa, a trovare un passaggio in auto per recarsi in ospedale. Le attività di scambio possono essere innumerevoli, tante quante sono le idee, i bisogni e i desiderata che s’incontrano.

Tornando alla domanda di apertura, “cosa vorresti avere?”, bhe, se sei tentato di rispondere “più tempo” prova a pensare anche al tempo che puoi guadagnare scambiando il tuo con quello di altri.

Se desideri approfondire puoi farlo sulla Pagina Facebook della Bdt del Canavese, via email bancadeltempocanavese@gmail.com e sul sito nazionale, www.associazionenazionalebdt.it.