di Andry Verga - Canavesealcentro  

Andry, da sempre «Canavesano», nasce però lontano da casa, nel 1972 in quel di Johannesburg (Sud Africa). E' un regista e produttore che ha sviluppato la sua carriera professionale come filmmaker lavorando nei diversi settori in continua evoluzione del mondo dei video. Lavora con i più importanti network televisivi sia nazionali che internazionali. Collabora con importanti agenzie pubblicitarie e case di produzione attraverso la Masterblack, società che ha fondato nel 2006. Da amante del Canavese ha prodotto e continua a produrre, parecchi progetti video legati al territorio, che hanno l’obiettivo di promuoverlo a livello internazionale anche utilizzando le potenzialità derivanti dall’innovazione tecnologica e dalla digitalizzazione.

Riprendo il discorso dal mio precedente articolo, entrando più nello specifico dei progetti che ho sviluppato in questi anni e che hanno avuto con sfumature diverse al centro sempre il Canavese. Non voglio autocelebrarmi e so che molti lavori oltre ai miei sono stati fatti, un patrimonio di immagini e storie da cui attingere per conoscere meglio i luoghi e i personaggi di questa nostra bella terra e da divulgare per farla apprezzare fuori dai nostri confini, e con l’iniziativa dell’HUB Canavese al Centro, stiamo lavorando per definire uno specifico contenitore da cui facilmente poter attingere a questi lavori e renderli condivisibili.

Tornando alla mia produzione, voglio ricorde il documentario su Guido Gozzano (Guido Gozzano, dalle Golose al Meleto), su Arduino (Re Arduino, Sans Despartir), sulle streghe di Levone (Heresìa), ma anche documentari più classici, dov'è il territorio ad essere protagonista come “Canavese, terra di Sapori”, “Il Priorato di Santo Stefano di Candia Canavese” e “Belmonte, un Patrimonio da scoprire”.

Negli anni il Centro Etnologico Canavesano (C.E.C.) nella figura di Amerigo Vigliemo ha raccontato il Canavese attraverso i canti popolari. Proprio filmando il coro Bajolese abbiamo realizzato un documentario che ripercorre le orme dei nostri avi e sopratutto rende omaggio al meticoloso lavoro di ricerca che con passione Amerigo ha portato avanti.

Per far conoscere queste produzioni abbiamo organizzato numerose proiezioni pubbliche che hanno toccato molti comuni canavesani. e che speriamo di riprendere quanto prima. Le serate si articolano con una presentazione iniziale dove si racconta il progetto e i motivi che hanno spinto a realizzarlo. Si prosegue con la proiezione su grande schermo terminando con alcune parole dell'ospite o delle associazioni che hanno collaborato con noi al progetto. 

Coinvolgendo la popolazione e le amministrazioni locali abbiamo portato l'audiovisivo a supporto del territorio facendo in modo che la cultura passi attraverso le immagini, i suoni e le parole.

All'interno del documentario, il modo di raccontare e narrare è semplice e diretto. Una regola comunicativa che tengo sempre a mente, così che tutti possano comprendere avvenimenti e vicende in modo chiaro pur non conoscendo spesso l’argomento, e posso garantirvi che lo stupore nel rendersi conto di quanto sia ricco culturalmente il nostro Canavese, lo si legge negli occhi degli spettatori.

Continuando ad osservare il territorio e la sua gente non è possibile non imbattersi in una delle più importanti manifestazioni di storia collettiva, ovvero il Carnavale di Ivrea. Dedicando anni allo studio e alla preparazione di questo documentario mi sono reso conto di quanta storia racchiuda.
Un concentato di epoche che strato dopo strato viene messo in scena ogni anno tra le vie di Ivrea, e che speriamo possa tornare quanto prima. Nasce così “La Festa dello Scarlo e Violetta, la leggenda”, un libro un documentario e un cortometraggio che rende omaggio allo Storico Carnevale di Ivrea.

Ci sono poi delle situazioni in cui il documentario sfocia nella pura finzione, dove i fatti reali si fondono in storie romanzate e dove la cretività prende il posto della realtà. 

Nasce così il cinema. 

Nel mio piccolo ho avuto modo di realizzare un lungometraggio che ha preso spunto proprio da storie canavesane sceneggiate da Ilario Blanchietti curando anche i dialoghi in lingua originale, ovvero il canavesano!

“La stagione dei gusci di noce” è un salto nella vita e nei problemi di inizio 900, una storia che accompagna lo spettatore a rivivere le atmosfere della cruda realtà della vita contadina in Canavese alla fine della Grande Guerra.
Nel presentare questo filmato lo abbiamo promosso come “un'importante risorsa da custodire, studiare, valorizzare e trasmettere, per guardare al futuro con le conoscenze del passato.”

Questo è un esempio di come le docu-fiction e i documentari in genere possono non solo arricchiere il proprio bagaglio culturale, ma possano essere un vero e proprio veicolo di divulgazione e testimonianza verso le generazioni future.

Il Canavese mi ha sempre regalato spunti di riflessione e ancor oggi dopo diverse produzioni alle spalle continua a sorprendermi con storie, personaggi e vicende che ancora non conoscevo, rendendo stimolante la continua ricerca per nuove produzioni.

Il territorio negli ultimi anni ha anche avuto un rilancio turistico interessante, amministrazioni locali, istituzioni ma anche semplici cittadini hanno riscoperto il valore storico, artistico e cuturale del Canavese. La promozione dei prodotti tipici legata alla gastronomia e alla viticultura hanno portato molte realtà a credere di più nei prodotti locali rilanciando l'offerta turistica e migliornado l'accoglienza, spesso i più non sanno, ma molto è il materiale divulgativo che gira sulla rete.

Questo rilancio è stato supportato da un video promozionale che ho avuto il piacere di realizzare per conto del Gruppo Turismo di Confindustria Canavese. “Canavese, lasciatevi sedurre” è una vetrina di quello che il nostro territorio sa offrire. Arte, cultura, storia, eventi, prodotti tipici, sport e natura tutto racchiuso in pochi minuti. Un linguaggio, quello del video “breve”, che deve rispettare certe regole legate alla fruizione dei contenuti nel mondo web.

Questa riflessione mi porta ad una conclusione: oggi tutto deve essere veloce e immediato, in caso contrario non viene preso in considerazione. L'eccessivo affollamento di contenuti multimediali spinge a una visione rapida e continua senza soffermarsi troppo sui contenuti  dei video proposti. Questo è un cambiamento che da anni la società ci impone, ma che sta a noi saper controllare e gestire.

Per esempio, quante volte siamo attirati da un fast food fatto di un veloce hamburger, magari mangiato su un affollato tavolino di plastica? La sera stessa però vorremmo goderci un piatto di polenta di fronte al fuoco di un camino, bevendo un bicchiere di vino con i nostri amici...

Tutto questo è oramai nelle nostre abitudini, sta a noi trovare il giusto equilibrio, un equilibrio che esiste anche quando si realizza un audiovisivo, un video non deve essere troppo lungo per non annoiare ma neanche troppo veloce per non essere capito.

In questa confusione, in attesa di renderli fruibili attraverso l’HUB Canavese al Centro, Vi lascio con due proposte così da poter “assaggiare” e riflettere su quello che ho cercato di spiegarvi, dove il fattore comune resta RACCONTARE IL CANAVESE ATTRAVERSO LE IMMAGINI. (www.canavesealcentro.it)

«Canavese, lasciatevi sedurre»  https://youtu.be/3cLSP5nFNYI
«La stagione dei gusci di noce»  https://youtu.be/27mZNyPjc18