di Beppe Pezzetto - Canavesealcentro

E’ una domanda che ci poniamo tutti, dagli esperti o pseudo esperti nei talk show, di cui nessuno per evitare di essere additato come non «politically correct» può contestarne l’adeguatezza, a noi semplici cittadini: «ma perché dopo due anni di pandemia siamo finiti nel bel mezzo di una guerra?». Siamo ancora storditi daanni fatti di paure, drammi, silenzi, fatiche, applausi, eroi e truffatori, trasformatisi poi in diffidenza, sospetto, ignoranza, in alcuni casi stupidità, con la costante di eroi e truffatori, passando dalla «solidarietà» al «sospetto» a kilometro zero.

Il virus prima ci ha aggrediti nel corpo, poi ci ha fiaccati nello spirito in un loop fatto di stop & go, passando dall’economia, alla mente e così via ondata dopo ondatadentro questo circolo vizioso acuendone il disagio sociale.
Eravamo convinti che fosse la volta buona per rialzarsi, per uscirne, ci credevamo chi più chi meno ma in fondo tutti lo speravamo davvero, ed ecco che scoppia una guerra. L’avevano detto: «finiamo in letizia le Olimpiadi Invernali (senza neppur includere le Paraolimpiadi)» e poi fuoco.

L’avevamo vissuta un po' come gli annunci di una nuova serie su Netflix: «E’ in arrivo la nuova stagione di …». Non abbiamo neppure capito il riassunto che l’Europa si è trovata in guerra, ma non su un video gioco o su una serie TV, no non ci troviamo nel «metaverso»: qui la gente, la povera gente, muore davvero, le case vengono distrutte, le persone lasciano la loro vita per salvarsi la vita e fuggono, se possono.

Tutti viviamo un po' dell’ipocrisia che le altre guerre in fondo non fossero cosa nostra, perché le guerre non si sono mai fermate. Lampante l’ipocrisia di parte della classe politica, (non saprei quale delle due parole conservare), guerrafondai folgorati sulla via di Damasco, pacifisti che diversificano l’attività vendendo armi, aiutiamo gli ucraini con le sanzioni, ma poi se ci staccano il gas? aiutiamoli con le armi: alla Camera si al Senato no … scelte sulla pelle della gente che vengono fatte leggendo i sondaggi giorno dopo giorno nel tentativo di accaparrarsi la fatua benevolenza di qualche cittadino in più. Un più 0,2 val bene una Messa!

Adesso, e vedremo quanto dura, è nuovamente scattata la molla della solidarietà, come subito dopo lo stordimento della prima ondata della pandemia, poi però è sopraggiunto l’individualismo e quasi un certo fastidio direi. Una solidarietà a queste famiglie a queste donne e bambini che nasce dal basso, in modo spontaneo, senza bandiere. Anche nel nostro Canavese tante sono le iniziative, abbiamo un grande cuore. Loro hanno bisogno di cose materiali ma anche di affetto, e vivono tutti nella speranza di tornare quanto prima nelle loro case o in quello che resta, ma con la caparbietà di ricostruirle. La speranza di tutti noi … che questa guerra finisca subito, per loro ma anche per noi. (www.canavesealcentro.it)