di Giuseppe Pezzetto - Canavesealcentro.it
Era il settembre del 2012 da poco più di un anno ero stato eletto sindaco della mia città e i volontari dell’AIB (Antincendi Boschivi) del Piemonte (all’epoca circa 6000 suddivisi in 250 squadre) avevano deciso di organizzare il proprio raduno a Cuorgnè. Circa un migliaio di loro con mezzi al seguito sfilarono per le vie cittadine, una invasione pacifica, che fu davvero un momento di festa e di apprezzamento nei loro confronti da parte della cittadinanza.
L’arrivo del corteo presso l’imponente struttura dell’ex Manifattura tessile di Cuorgnè e gli spazi che vennero messi a disposizione colpirono l’allora gruppo dirigente e grazie ad una intuizione del mio Vicesindaco Sergio Colombatto iniziammo a pensare come poter rendere strutturale il rapporto tra la città e il corpo degli AIB cercando di creare le condizioni per rafforzare e valorizzare le numerose squadre di instancabili volontari che operavano e operano nel nostro Canavese e nel contempo riempire un po' di più quel grande edificio con altri servizi rivolti alla cittadinanza. Avevamo già il CISS38, il Centro per l’impiego, un centro di restauro il CESMA, ed eravamo riusciti ad ottenere i finanziamenti per una nuova pinacoteca che fosse in grado di raccogliere i quadri del nostro Carlin Bergoglio, avevamo portato la sede del Parco del Santuario di Belmonte, e di lì a qualche anno saremmo poi riusciti a mantenere un servizio che non era scontato restasse in città come quello dell’Ufficio delle Entrate.
Dopo un po' di tempo fatto di incontri e confronti giungemmo alla conclusione che valeva la pena provare a lavorare per verificare la fattibilità di ristrutturare un ulteriore pezzo della Manifattura per farlo diventare un centro regionale per la formazione dei volontari AIB di tutto il Piemonte e nel contempo individuare appositi spazi per allestire una strutturata sala da attivare in caso di emergenza. Il Comune di Cuorgnè, infatti, è anche il riferimento per 41 Comuni in caso di calamità essendo riferimento del COM (Centro Operativo Misto).
Il Comune iniziò con il dare in comodato al corpo AIB gli spazi necessari per costituire un centro per l’alto Canavese di ricovero delle specifiche attrezzature, passaggio facile da descrivere ma complesso da attuare.
Una volta individuata l’ala della ex Manifattura, che era conosciuta come il “Battitoio” viste le condizioni di degrado di quella parte di stabile, e viste le scarse risorse, iniziò un secondo percorso insieme agli amici AIB, anche questo fatto di infinita burocrazia e di indispensabile reperimento delle risorse, incontri in Regione, proposte, discussioni e in fine l’idea, anzi la proposta, che, se ottenuti gli spazi in comodato, questi grandi volontari avrebbero trovato le risorse mancanti, messo a disposizione le loro competenze progettuali, organizzative e soprattutto un grande numero di ore di lavoro dei loro volontari. Espletate tutte le pratiche burocratiche i lavori erano sul punto di partire, poi arrivò la pandemia, ma nonostante tutto dopo quel tragico periodo si ripartì.
Per me oggi è stato un onore partecipare ai 30 anni dalla costituzione del corpo degli AIB, mi ha ricordato le diverse situazioni di emergenza che insieme alle forze dell’ordine, della protezione civile, dei vigili del fuoco, delle diverse associazioni di soccorso ed ovviamente dell’AIB abbiamo affrontato durante i miei mandati da sindaco e la memoria è corsa al drammatico rogo del parco del Sacro Monte di Belmonte.
È stato anche un onore, un privilegio e mi ha commosso aver visto la realizzazione di quel progetto partito da una idea alcuni anni fa, vedere lo splendido recupero di una nuova parte di quella gigante struttura dove centinaia di cuorgnatesi e non solo lavorarono.
Adesso abbiamo una struttura che ci consentirà di migliorare la sicurezza di un territorio intero, di portare in Città decine di volontari per formarsi, e che anche se in piccola parte contribuiranno ad accrescere l’economia di Cuorgnè, di avere nuovi spazi utilizzabili e un presidio quotidiano. Ho voluto raccontarvi questa esperienza perché dimostra che se si hanno delle idee, una visione, se si incontrano delle persone che ostinatamente vogliono portarle a termine, le cose di possono fare anche qui nel nostro Canavese.