di Giuseppe Pezzetto - Canavesealcentro.it
Seguendo il refrain proprio anche del nostro HUB Canavese al Centro, «Fa più rumore una pianta che cade che una foresta che cresce», nel nostro Canavese continuano a svilupparsi iniziative rivolte alla promozione del territorio nel tentativo di posizionarlo su uno scacchiere più ampio cercando di valorizzarne potenzialità molto spesso sconosciute o sottostimate addirittura da chi il territorio lo vive.
Questa volta vorrei portare alla vostra attenzione una potenzialità alla portata di tutti che in altre parti del continente è stata elemento capace di attrarre turisti da ogni parte del Mondo e citandone una sicuramente capirete di cosa sto parlando: «Il Cammino di Santiago di Compostela».
In questi giorni, presso il Santuario di Belmonte, mi è capitato di partecipare alla presentazione di un bellissimo filmato voluto dall’ Associazione degli «Amici di Belmonte», filmato che in quaranta minuti evidenzia le bellezze paesaggistiche e culturali dei numerosi Comuni che si trovano nel solco di un importante «cammino religioso» nel quale, da poco tempo, anche il nostro Canavese è entrato a far parte. Chiese con architetture e affreschi bellissimi dei quali, ammetto, in parte non conoscevo neppure l’esistenza, un patrimonio da aprire ai turisti che farebbe invidia a molti, con una cultura e una storia alle spalle incredibile. Un tesoro che ci ritroviamo tra le mani senza neppure saperlo.
Unendo i puntini dei tanti luoghi sacri quasi magicamente appare un percorso che centinaia di viandanti o pellegrini nei secoli scorsi percorrevano a piedi e che era parte di una via reale e spirituale ben più estesa. Lungi da me ricondurre questo tipo di turismo religioso al mero aspetto economico, ma certamente in altri luoghi la capacità di valorizzare e far conoscere questo patrimonio unito alla richiesta crescente da parte di tante persone di scoprire e raggiungere mete immerse nella natura e nella cultura alla ricerca di nuove forme di turismo sempre più sostenibili diventa una opportunità anche di sviluppo economico che sarebbe da stolti non cogliere.
Ecco grazie all’intuizione di alcuni, e al loro impegno quotidiano, anche il Canavese ha riscoperto il proprio «cammino» che si innesta in quello ben più ampio del «Cammino di Oropa». Nell’era digitale non occorre molto sforzo per saperne di più, e neppure per diffondere il verbo: le cose solide vanno costruite dal basso, con costanza, con tanto tempo da dedicarci, ma tutti possono dare il proprio contributo allo sviluppo di questo progetto anche solo facendolo conoscere.
Qui di seguito alcuni riferimenti per conoscere meglio quello che in queste poche parole ho provato velocemente a descrivervi, perché, ribadisco il motto «Fa più rumore una pianta che cade che una foresta che cresce». Il film CLICCANDO QUI