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A quattro mesi dalla pubblicazione della sentenza della Corte di Cassazione del 18 aprile 2024, che ha stabilito la differenza tra approvazione e omologazione degli autovelox, l'Italia si trova in una situazione di caos normativo. La sentenza ha generato una serie di ricorsi contro le multe emesse, con associazioni di categoria che hanno presentato esposti e denunce contro sindaci e prefetti, mettendo sotto pressione le amministrazioni locali.

In particolare, il problema nasce dalla confusione normativa tra i termini "approvazione" e "omologazione", spesso utilizzati come sinonimi, ma che la Cassazione ha chiarito essere concetti distinti. Questa ambiguità ha portato al sequestro di dispositivi di controllo della velocità in diverse regioni italiane, tra cui Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e altre. Numerosi ricorsi sono stati presentati, con un elevato tasso di accoglimento e conseguente annullamento delle multe. Tuttavia, le amministrazioni locali tendono a impugnare le sentenze, inducendo molti cittadini a preferire il pagamento della sanzione piuttosto che affrontare ulteriori spese legali.

L'associazione Altvelox, che ha raccolto oltre 1.000 ricorsi da aprile ad agosto, è tra le più attive nel denunciare questa situazione. Ha già presentato denunce contro 35 sindaci e 10 prefetti, e altre sono in arrivo. I sindaci, tramite l'ANCI, hanno sollecitato l'intervento del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, chiedendo una soluzione definitiva. Il ministro ha promesso di risolvere la questione entro settembre con l'approvazione del nuovo Codice della Strada, ma nel frattempo, l'incertezza regna sovrana e molte amministrazioni continuano a utilizzare i dispositivi in attesa di chiarimenti normativi.