Nell'era post-pandemica, la ripresa dei viaggi internazionali ha richiesto soluzioni innovative per garantire sicurezza e fluidità ai confini. Il green pass globale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità rappresenta uno di questi strumenti cruciali, mirato a facilitare gli spostamenti tra nazioni con un approccio armonizzato alla verifica dello stato di salute.
Il concetto di green pass globale nasce dalla necessità di un sistema unificato che possa attestare la vaccinazione, la guarigione da covid, o un test negativo, superando così le barriere poste da differenti certificazioni nazionali. L'idea è quella di creare un formato digitale sicuro, facilmente accessibile e riconosciuto universalmente, che riduca i tempi di attesa e le complessità burocratiche per i viaggiatori.
L'iniziativa dell'OMS si pone come ponte tra le politiche sanitarie nazionali e le esigenze della mobilità globale, offrendo un framework standardizzato che le nazioni possono adottare e personalizzare in base alle proprie specificità. Questo non solo aiuta a ripristinare la fiducia nei viaggi internazionali ma contribuisce anche a monitorare e gestire meglio le emergenze sanitarie pubbliche future.
Nonostante le sfide tecniche e politiche, l'adozione del green pass globale segna un passo significativo verso il recupero dell'interconnessione mondiale. Promuovendo un approccio coordinato alla salute pubblica, questo strumento rappresenta un equilibrio tra la tutela della salute globale e il sostegno alla ripresa economica, evidenziando l'importanza della collaborazione internazionale in tempi di crisi.
Alcuni paesi hanno assunto posizioni differenti riguardo l'adozione del green pass globale proposto dall'OMS. Tra questi, l'Italia si distingue per la sua decisione di non aderire al progetto. Questa scelta riflette le preoccupazioni del governo italiano riguardo la privacy dei dati, la sovranità nazionale nelle decisioni sanitarie, e la necessità di preservare le proprie misure di sicurezza già efficaci.