La Transnistria, una regione separatista della Moldavia, è al centro di un'escalation geopolitica e potrebbe voler chiedere l'annessione alla Russia. Questa mossa potrebbe aggravare ulteriormente le tensioni nella regione, già segnate da anni di conflitti e discordie politiche. Il 28 febbraio, il Congresso della Transnistria ha previsto di votare per l'unificazione con la Russia, provocando una forte reazione da parte dell'Unione Europea. Dal canto suo, l'Europa ha chiarito che qualsiasi modifica dello status quo rappresenterebbe una violazione del diritto internazionale e ha espresso la propria opposizione a qualunque violazione della sovranità nazionale della Moldavia.
La Transnistria, dichiaratasi indipendente dalla Moldavia nel 1990, ospita circa 1500 truppe russe e ha una popolazione di circa 470.000 persone. L'annuncio di un possibile referendum per l'annessione alla Russia viene interpretato come un tentativo di proteggere i cittadini e i «compatrioti» russi in Transnistria dalle presunte minacce della Moldavia e della Nato. Questa situazione riflette le attività di influenza politica del Cremlino in regioni separatiste simili, ricalcando le dinamiche osservate prima delle invasioni in Ucraina nel 2014 e nel 2022.
L'intera vicenda mette in luce la continua instabilità nelle aree di confine dell'Europa orientale e il potenziale per nuove tensioni geopolitiche, implicando un attento monitoraggio da parte della comunità internazionale per evitare un'escalation del conflitto nella regione.