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di Giorgio Cortese

Caro Babbo Natale,
sono passati tanti anni dall’ultima volta che ti ho scritto. 
Da allora sono cambiate tante cose.
Ovviamente adesso so che non esisti nella realtà.
E allora perché ti scrivo se non esisti?
Ti scrivo perché invece esiste ancora l’idea che hanno di te i bambini, cioè che tu sia reale.
Quindi, ecco la mia lettera per te e per Gesù Bambino che io, da credente, so che esiste!
In questa lettera ovviamente non ti chiederò giocattoli: fai contenti tutti i piccolini, perché lo meritano.
Ma allora, cosa voglio da te, ora che sono adulto,  ti starai domandando?
Vorrei che tu portassi, almeno nella notte di Natale, in cui passi con la tua slitta, un po’ di pace e salute a tutti quelli che sognano la magia del Natale, soprattutto nei luoghi dove dal cielo piovono bombe invece che regali.
Vorrei che l’atmosfera di Natale regnasse per 365 giorni all’anno.
Ma capisco che la colpa è nostra, di noi esseri umani, e capisco che tu puoi farci poco.
Allora che cosa posso chiederti? 
Vorrei vedere serene tutte le persone a me più care.
Già, la serenità è un gran bel dono!
I sorrisi veri, quelli che fanno brillare gli occhi ed esprimono nobiltà d’animo, valgono il doppio rispetto a quelli importanti, ma privi di felicità.
Vorrei che chi ha poco tempo davanti a sé, ne avesse un po’ di più, perché il tempo, con la salute e la serenità sono i doni più preziosi che abbiamo, ma spesso li diamo per scontati. 
E poi come regalo personale, ecco mi piacerebbe incontrare per qualche minuto, persone  che non ci sono più, per fare con loro due chiacchiere, come si fa con gli amici che trovi per caso.
Vorrei poterli abbracciare realmente, non nella fantasia o nei sogni.
Mi riferisco a parenti, amici, a qualche vecchio maestro, maestra, professore; insomma a persone per me importanti che ci hanno già lasciato.
Vorrei chiedere loro dove sono, cosa fanno, se possono vederci e se sto facendo qualcosa di buono anch’io nella vita.
Forse chiedo troppo, ma chiedere non costa nulla.
Già forse mi sono allargato troppo nella richiesta e allora facciamo cosi caro Babbo Natale, fingiamo che sono di nuovo bambino e, se vuoi, portami quella pista di auto che costava tanto, ma giusto per chiederti qualcosa di materiale e farti contento: 
a me basta chiudere un po’ gli occhi davanti alle luci del mio albero di Natale, nel buio del salotto, per  assaporare tutti i miei Natali passati, rivedere i regali chiesti e arrivati, o quelli sognati e basta, oppure quelli inattesi;
respirare l’antico profumo della buccia dei mandarini bruciati sulla stufa.
Infine riaprire gli occhi e guardare al presente, che è l’unico tempo che ho a disposizione: al silenzio o al chiasso di questi momenti, ai riflessi delle lucine colorate sui muri,  al profumo dello zucchero a velo sul pandoro, al calore del termosifone vicino alla finestra, ai canti di Natale, ai film alla tv, ai libri sugli scaffali della libreria di casa e di godere la presenza di chi ho vicino o sento vicino a me.
In fondo è giusto così, perché c’è un tempo per ogni cosa, ma bisogna riuscire ad accorgersene.
Mi raccomando, caro Babbo Natale porta i regali a tutti bambini che ti  aspettano. 
Giorgio
Porta i regali a tutti, mi raccomando, non dimenticare nessuna letterina.
Buon Natale anche a te, caro Babbo Natale!
Giorgio