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di Giorgio Cortese

Tempo di vacanze, tempo di bagni in piscina e al mare. Ogni stabilimento balneare ha l’obbligo di assumere un certo numero di bagnini di solito commisurato ai metri di litorale. Affinché questa tipologia di personale  di salvamento altamente formato possa lavorare in tutta tranquillità, naturalmente, c’è bisogno anche di dorarli dell’attrezzatura specifica. Qui racconto dei principali “oggetti simbolo” dei bagnini che hanno origini remote.

Il salvagente anulare è stato inventato da Leonardo da Vinci: un disegno del Manoscritto B, databile tra il 1487 e il 1490, mostra un uomo che nuota, tenuto a galla da una ciambella di salvataggio, mentre la prima tavola progetto, è stata pubblicata nel 1691 negli Acta Eruditorum, una rivista scientifica tedesca. Detto “moscone” sulla riviera romagnola, il pattino da soccorso è un catamarano a remi, forse nato in Italia nell’800; viene citato per la prima volta nel Novo dizionario universale della lingua italiana”, “travi con un panchettino sopra che serve per andarci come in barchetta”, del 1891.

Il rullo da salvataggio, o rescue reel, derivato da un sistema di recupero delle reti da pesca è nato in Australia nel 1906 e l’utilizzo è stato determinante durante l Black Sunday di Bondi Beach, a Sidney, il 6 febbraio 1938. Fu il più grande salvataggio di massa, 250 persone soccorse, 60 in rianimazione. Il tubo da salvataggio, rescue tube, cintura galleggiante per vittima e soccorritore, è stato concepito dal 19enne surfista californiano Pete Peterson nel 1932. Per ultimo è nato il torpedo o rescue can, “lattina da salvataggio”, una boa a forma idrodinamica di siluro: brevettata nel 1966, porta la firma di Robert “Bob” Mackenzie Burnside, presidente della National Surf Life Association of America.