di Giorgio Cortese
Siamo sotto torchio da questa ondata di calore a fine giugno, e abbiamo ancora da passare tutta l’estate. Ma le estati torride non sono una novità dell’Antropocene, cioè colpa di noi esseri umani. Certo noi ci mettiamo d’impegno da metà dell’Ottocento con la Rivoluzione industriale a inquinare e distruggere boschi, foreste e cementificando sempre di più. Ma forse non sapete che già nel lontano Eocene, un periodo geologico che va da 56 a 34 milioni di anni fa circa, e noi ominidi bipedi non abitavamo ancora questo del pianeta.
Pensate allora le Alpi non si erano ancora formate o si stavano formando. Da ricerche effettuate nei fossili risalenti a quel periodo la Terra era caratterizzata da un clima molto caldo e umido. Le estati nell’Eocene erano di gran lunga più calde rispetto a quelle che viviamo oggi. A causa della grande concentrazione di CO2 in atmosfera, la temperatura media globale era superiore di 6-8 gradi rispetto a quella dell'epoca preindustriale, cioè alla media della temperatura tra il 1850 e il 1900 circa. I mari e gli oceani erano molto più caldi, le foreste tropicali erano estese su tutto il Pianeta e i poli non erano ricoperti da ghiacci. Anche nel Piacenziano è un altro periodo geologico, che va da 3,6 a 2,5 milioni di anni fa, quindi si colloca nel medio Pliocene. Come l’Eocene o come il periodo che viviamo oggi, è un periodo interglaciale, ovvero un periodo in cui il clima sulla Terra è caldo e si posiziona prima o dopo un’era glaciale, in cui invece il clima è più freddo.
Anche in questo periodo non esistevano gli homo sapiens, ma molto probabilmente era già presente l’australopiteco, nostro lontano antenato. I nostri antenati dovevano fronteggiare estati più calde di quelle che sperimentiamo oggi, ma abbastanza simili, purtroppo, a quelle che ci aspettiamo di sperimentare nell'ultima parte del XXI secolo. Pare che le temperature del Piacenziano erano più alte di 2-3 °C rispetto al periodo preindustriale, una forbice simile a quella delle attuali proiezioni sull'aumento della temperatura globale entro il 2100. Questo periodo geologico è molto importante perché, per molti aspetti, è molto simile ad oggi. La geografia era quasi uguale a quella di oggi e molte specie vegetali e animali di allora sono ancora presenti. Passando alla storia più recente, le estati europee dell'ultimo trentennio sono state le più calde degli ultimi 2000 anni.
Per saperlo, dato che ai tempi dei Romani non c’era modo di misurare e registrare i dati di temperatura, il clima del passato è stato ricostruito da alcuni ricercatori grazie alla dendrocronologia, ovvero lo studio degli anelli degli alberi. Il fusto degli alberi, infatti, cresce ogni anno aggiungendo un anello, più o meno largo in base alla temperatura e ad altri fattori, studiando questi anelli e confrontandoli con gli anelli di altri alberi è stato possibile ricostruire la situazione climatica del passato, anno dopo anno. Grazie a questa tecnica si è concluso che le temperature estive in Europa dal 1986 al 2015 sono state di 1,3 gradi più alte rispetto a quelle delle estati dell’Impero Romano, e nessun periodo degli ultimi 2000 anni è stato altrettanto caldo. Nonostante circa 2000 anni fa si sia verificato il “periodo caldo romano”, le temperature medie estive europee di oggi sono più calde e le ondate di calore sono più frequenti e durano di più.
La registrazione della temperatura media globale inizia ufficialmente solo nel 1850 e grazie allo sviluppo di tecnologie come termometri e satelliti, le misurazioni della temperatura si sono standardizzate solo a partire dalla metà del XX secolo. Ciò significa che, dal 1850 ad oggi, abbiamo a disposizione una serie storica delle temperature globali, che è fondamentale per comprendere le tendenze climatiche a lungo termine. Osservando questa lunga serie storica si conferma che dal 1850 la temperatura estiva è stata sempre più alta e, soprattutto negli ultimi 30 anni, ha subito un’impennata riscaldandosi molto più velocemente. In particolare, gli anni dal 2014 ad oggi sono stati i più caldi in assoluto e l’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa, con una temperatura media più calda di 1,2°C rispetto al 1850.
Quindi, quelle che stiamo vivendo, sono le estati più calde che si siano verificate sulla Terra in Europa almeno dal tempo degli antichi Romani. Inoltre, le previsioni per il futuro non lasciano dubbi: il clima continuerà a riscaldarsi battendo purtroppo ulteriori record, portando le temperature a salire ancora e superando probabilmente di 2-3°C le temperature medie dell’età preindustriale, come nel periodo Piacenziano, entro il 2100. Negli ultimi anni le temperature sono così alte anche e soprattutto a causa delle attività umane: le emissioni di gas serra da noi generate hanno fatto salire la concentrazione di CO2 in atmosfera, causando il brusco processo di riscaldamento anomalo che stiamo vivendo. Anche nell’Eocene e nel Piacenziano la temperatura era più alta e la CO2 era presente in atmosfera con maggior concentrazione, ma ciò era dovuto ai cicli climatici naturali del Pianeta. La differenza, infatti, sta tutta nella velocità con cui le temperature stanno aumentando attualmente.
Nell’Eocene e nel Piacenziano il riscaldamento o il raffreddamento delle temperature è stato un processo che ha impiegato milioni di anni. Oggi, invece, la temperatura sta aumentando con una rapidità mai vista sulla Terra. Soluzione, forse, inquinare di meno, nel frattempo forse sarebbe meglio pensare a sprecare meno risorse per le armi e investire di più per il bene del pianeta la Terra che è la nostra casa comune, e dobbiamo prendercene cura insieme. Adesso smetto perché fa cosi caldo che i miei pensieri si stanno sciogliendo ed il gelato è l’unica cosa che mi rende felice in questi giorni.