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di Giorgio Cortese

Anche gli Alpini dopo l'8 settembre 1943, come tutte le altre truppe italiane in Italia e sparse in Europa, furono lasciati senza ordini e senza indicazioni, il caos regnava sovrano e gli Alpini vennero esposti alla rappresaglia tedesca. Dal 1943 fino al 1945, la  storia degli Alpini si spezza in tante storie, come quella di tutti gli altri Corpi dell'esercito.

Per gli Alpini sono stati venti mesi di tribolazioni, di lotta, di resistenza, molti con i gruppi partigiani al nord, alcuni con i reparti alleati che risalivano la penisola, altri nei campi di prigionia russi o dietro il filo di ferro dei lager di internamento in Germania.  Sono stati venti mesi carichi di sofferenze e di speranze, e di  queste esperienze sono state lasciate numerose testimonianze, ma è impossibile distinguere in quei anni quello che è storia degli Alpini come corpo dell’Esercito.

Allora gli Alpini che scamparono dal fronte russo raccontarono al loro ritorno i drammi e la sofferenza, nascosta dalla propaganda del regime. Queste notizie certamente contribuirono a diffondere le idee della Resistenza. Nella lotta partigiana il contributo degli Alpini si confonde però con quello delle migliaia di italiani che dopo l'8 settembre scelsero la via della montagna, dando origine a formazioni sparse un po' ovunque lungo le Alpi e l'Appennino tosco- emiliano: in questo senso la storia della Resistenza è anche storia degli Alpini che portarono la  loro testimonianza anche con il sangue nella Guerra di Liberazione. (Giorgio Cortese)