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di Giorgio Cortese

C’era una volta, in un angolo silenzioso del grande Regno delle Parole, una parolina minuta e allegra.

Si chiamava Bazzecola. Non aveva il portamento solenne di parole come Giustizia, né la voce potente di Coraggio o Libertà. Non possedeva nemmeno la grazia di Bellezza, né il mistero di Amore.

Era piccina, tonda e un po’ buffa, come un suono che scivola via con un sorriso.

Quando entrava nelle frasi, nessuno la notava troppo. “È solo una bazzecola!”, dicevano tutti.

E lei, che pure portava quel nome, non sapeva se offendersi o ridere. Così finiva sempre per ridere, scuotendo le sillabe come fossero campanellini.

Ma dentro di sé, Bazzecola sentiva di avere una storia da raccontare. Una storia antica, più antica di quanto ricordassero le altre parole.

Molto tempo prima, quando il latino era ancora giovane, lei era nata da un piccolo gesto: un bacio, bacia, dicevano allora. Un bacio semplice, un tocco leggero, un soffio di affetto.

Con il tempo aveva preso il suffisso -ola, come una veste corta e morbida, e così era diventata baciola, bazecola, e infine bazzecola. Una parola che profumava di tenerezza.

Ma gli uomini, si sa, cambiano il significato delle parole come cambiano le stagioni. E quella che un tempo parlava di dolcezza, finì per diventare sinonimo di leggerezza. “Una bazzecola” divenne qualcosa di poco conto, una cosa da nulla. Eppure, Bazzecola non se la prese.

Aveva imparato a volare leggera sulle labbra della gente, e questo, per lei, era già una forma di libertà.

Passavano i secoli, e Bazzecola si divertiva a comparire qua e là: in un dialogo tra amici, in una risata tra bambini, o tra le pagine di uno scrittore che voleva far sorridere i suoi lettori.

Ogni volta, portava con sé un piccolo dono: la capacità di sdrammatizzare. Di ricordare che non tutto, nella vita, merita peso o paura.

“È solo una bazzecola”, diceva chi voleva consolare un amico. “Una bazzecola!”, scherzava chi aveva affrontato una fatica e voleva far finta che fosse niente. In quelle parole, piccole ma sincere, viveva il potere di far respirare i cuori.

Così Bazzecola, che non era né forte né imponente, diventò una delle parole più amate del Regno.

Non perché comandasse, ma perché alleggeriva. Non perché brillasse, ma perché sapeva sorridere.

Ci sono parole che pesano come pietre, e parole che danzano come foglie nel vento.

Bazzecola appartiene a queste ultime. Ci ricorda che non tutto è grave, che non tutto deve spaventarci, che anche nei momenti difficili possiamo trovare leggerezza e ironia.

E forse è proprio questo il suo segreto più grande: insegnarci che la vera forza, a volte, è la leggerezza.