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di Giorgio Cortese

In piedi, in piedi, signori, davanti a una donna, per tutte le violenze consumate su di lei, per le umiliazioni che ha subito, per quel suo corpo che avete sfruttato per l’intelligenza che avete calpestato per l’ignoranza in cui l’avete tenuta per quella bocca che le avete tappato per la sua libertà che le avete negato per le ali che le avete tarpato per tutto questo in piedi, Signori, in piedi davanti a una Donna.

E se ancora non vi bastasse, alzatevi in piedi ogni volta che lei vi guarda l’anima perché lei la sa vedere perché lei sa farla cantare. In piedi, sempre in piedi, quando lei entra nella stanza e tutto risuona d’amore quando lei vi accarezza una lacrima, come se foste suo figlio! Quando se ne sta zitta nasconde nel suo dolore la sua voglia terribile di volare.

Non cercate di consolarla quando tutto crolla attorno a lei. No, basta soltanto che vi sediate accanto a lei, e che aspettiate che il suo cuore plachi il battito, che il mondo torni tranquillo a girare e allora vedrete che sarà lei la prima ad allungarvi una mano e ad alzarvi da terra, innalzandovi verso il cielo, verso quel cielo immenso a cui appartiene la sua anima e dal quale voi non la strapperete mai. Per questo in piedi, in piedi davanti a una donna.