di Giorgio Cortese
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: una legge fisica che ci indica la strada per modelli comportamentali più innovativi, basati sul recupero delle materie prime, gli scarti, nel ciclo produttivo per mitigare il continuo degrado del territorio. Pare che ogni anno, a livello globale, venga deteriorata una superficie pari a metà della dimensione dell’Unione Europea (4,18 milioni di km quadrati). Africa e Asia sono i continenti più colpiti. Oltre a essere una grave minaccia per la biodiversità, secondo lo studio, il Pianeta potrebbe perdere il 10% dei suoi raccolti a livello globale entro metà del secolo. La giornata mondiale della Natura Selvatica, World Wildlife Day, è stata istituita dall’Onu nel 2013 per celebrare la data in cui, nel 1973, 183 Stati hanno firmato la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione.
L’obiettivo è preservare la biodiversità in tutto il mondo, la rete della vita, di tutti gli organismi viventi presenti sul Pianeta. La biodiversità e i contributi della natura agli esseri umani sono il nostro patrimonio comune e la più importante “rete di sicurezza” a sostegno della vita dell'umanità. E nonostante l’umanità intera dipenda dai prodotti e dai servizi essenziali che la natura fornisce, si è resa responsabile di gran parte delle estinzioni delle specie viventi: inquinamento, agricoltura intensiva, disboscamento e desertificazione mettono in pericolo non soltanto la fauna selvatica ma anche la nostra stessa sopravvivenza.
La Giornata Mondiale della fauna selvatica è promossa a livello internazionale dalle Nazioni Unite per celebrare fauna e flora del pianeta e il contributo fondamentale che le specie selvatiche danno alla nostra vita e alla salute degli ecosistemi. Il tema di quest’anno è “Partnerships for Wildlife Conservation” e invita a riflettere sulla nostra responsabilità di proteggere la magnifica diversità della vita sulla Terra. Quest’anno, inoltre, si festeggiano i 50 anni della CITES, la Convenzione di Washington sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione, che è stata firmata per l’appunto nel lontano 1973.
Sebbene le attività umane abbiano causato il degrado di foreste, praterie, terreni agricoli produttivi, oceani, fiumi, mari e laghi e circa 1 milione di specie siano sull’orlo dell’estinzione, la buona notizia è che abbiamo gli strumenti e le soluzioni per ridurre la perdita di biodiversità sulla Terra. La campagna lanciata dal WWF Italia punta, infatti, a ricomporre nei prossimi anni il grande mosaico naturale, oggi frammentato e degradato ma che, una volta ricostruito, potrà mantenere in sicurezza il nostro capitale naturale.
Questa giornata rappresenta anche un’importante occasione per aumentare la consapevolezza pubblica sull’importanza del ripristino dell’ecosistema e della tutela delle specie chiave, vulnerabili o a rischio estinzione. Proteggere specie ed ecosistemi in pericolo e ripristinare con azioni ambiziose le popolazioni selvatiche o le porzioni di habitat in quelle aree dove l’impatto dell’uomo è stato più drammatico sono due facce della stessa medaglia. Per questo, a livello globale il WWF è attivo da anni su specie bandiera e chiave, come elefante, rinoceronte, tigre, gorilla, specie la cui scomparsa porta a forti sbilanci negli ecosistemi dove vivono. I risultati raggiunti negli ultimi decenni sono significativi, sebbene molto è ancora da fare per raggiungere il traguardo auspicato.