di Giorgio Cortese
Il pettirosso, piccolo, grazioso e colorato, viene a trovarmi ogni anno sul balcone. Il pettirosso è in grado di intonare canti melodiosi ed il suo arrivo mi annuncia l'arrivo dell'inverno. Questo piccolo pennuto è il simbolo di speranza, dell’ottimismo e della vita che resiste all'inverno, di rinascita e di rinnovamento, buoni auspici per l'anno nuovo. Per i popoli del nord il pettirosso era invece uno dei simboli di Thor, dio del tuono, portatore di nuvole, fulmini e tempeste.
Le leggende cristiane si sono concentrate sulla colorazione del piumaggio del pettirosso, anziché sul suo carattere. Secondo una di queste leggende, in principio questi uccellini erano completamente grigi, finché uno di loro cercò di liberare Gesù crocefisso dalla corona di spine macchiandosi di sangue. Gesù, in segno di riconoscenza, decise di lasciare all’uccellino la particolare colorazione, così che tutti potessero conoscere la bontà e la generosità del pettirosso. A tentare di dare una spiegazione alla colorazione arancione del pettirosso, c’è poi la leggenda che associa il pettirosso al Natale, secondo questo mito i pettirossi in origine erano tutti grigi.
Durante la notte, uno di questi uccellini notò che il fuoco che riscaldava la stalla della Sacra Famiglia a Betlemme stava ormai per spegnersi, così iniziò a sbattere le ali per ravvivare il fuoco. Il mattino seguente all’anonimo uccellino venne regalato un petto rosso, per ringraziarlo dell’amore dimostrato verso il Bambin Gesù. Scrittori, poeti e musicisti sono invece stati ispirati dal melodioso canto del pettirosso. Chopin, ad esempio, tentò di imitarlo nella Grande Polonaise, brillante motivo per cui il pettirosso ha guadagnato il soprannome di “Chopin dell’aria”, mentre più giusto sarebbe stato forse chiamare il musicista “Pettirosso di Varsavia”.
Emily Dickinson, poetessa americana, ha dedicato a questo grazioso uccellino uno dei suoi versi più noti: Se io potrò impedire/ a un cuore di spezzarsi/ non avrò vissuto in vano./ Se allevierò il dolore di una vita/ o aiuterò un pettirosso caduto/ a rientrare nel nido/ non avrò vissuto invano. Il cantautore Fabrizio De Andrè nella sua canzone “La domenica delle salme” coniò l'espressione “un pettirosso da combattimento” che è poi diventata il titolo di un album di Loredana Bertè del 1997. È tuttavia ben evidente che il colore in questione non sia affatto rosso bensì arancione! Ma allora quale può essere il motivo di questo diffuso ostracismo nei confronti del suddetto colore a favore del rosso? Sembra che il colore arancione in Europa fosse poco noto e non distinto chiaramente dal rosso, almeno fino al XVI secolo. Solo con l’importazione prima XIV secolo in Portogallo, e la coltivazione dell’Arancio, il piemontese “putigal” perché arrivava dal Portogallo, nel continente poi, l’arancione venne riconosciuto e distinto come colore a sé stante.
Lo stesso termine “arancione” deriva etimologicamente proprio dall’arancia, frutto di origine asiatica fino ad allora quasi del tutto sconosciuto agli europei. Per i Nordamericani “Robin” è un uccello dal vistoso petto aranciato ma assai diverso dal pettirosso europeo: Si tratta di Turdus migratorius, un Turdide parente del merlo e dei nostri tordi molto appariscente che, come ricorda il nome scientifico, presenta uno spiccato comportamento migratorio. L’attribuzione del nome pettirosso, robin anche a questa specie, ha generato nel tempo una lunghissima sequenza di equivoci, il più curioso dei quali venne commesso nel celebre film Disney “Mary Poppins” in cui compaiono due uccelli impegnati a nutrire la prole al nido e citati come pettirossi, anche nella versione in lingua inglese, ma che a tutti gli effetti erano due esemplari di Turdus migratorius.
Mary Poppins però è ambientato nella Londra di inizio ‘900, quindi i pettirossi in questione sarebbero dovuti essere quelli europei e non il colorato tordo americano! Il Pettirosso è un animale da sempre presente nella cultura e nel folklore anglosassone. L’immagine del pettirosso è stata spesso associata al Natale e utilizzata come simbolo d’amore sulle cartoline d’auguri. La tradizione è nata nel diciannovesimo secolo, quando gli inglesi notarono la presenza del pettirosso durante il mese di dicembre. Gli stessi postini che recapitavano la posta nel suddetto periodo venivano chiamati “robin” forse anche per via della vistosa divisa rossa che indossavano. Per gli inglesi il pettirosso è poi soprattutto una presenza costante nei giardini delle case ed un elemento irrinunciabile del paesaggio agreste e domestico anglosassone. Buona giornata amico Pettirosso che ogni anno puntualmente vieni a trovarmi dove basta il tuo piccolo fiato a far nascere l’orchestra dell’autunno. Ciao piccolo, spavaldo amico che sfidi l’inverno.