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di Giorgio Cortese

In queste giornate di caldo tropicale il ventaglio è divenuto un compagno indispensabile delle signore in queste serate estive. Il ventaglio è un accessorio affascinante, che ha secoli di storia e che, in passato, è stato usato come un vero e proprio strumento di comunicazione. Il ventaglio nasce in epoca antichissima per assolvere funzioni molto pratiche: rinfrescarsi, scacciare gli insetti, ravvivare il fuoco. Inizialmente, per questi scopi, si usavano grandi foglie o rudimentali attrezzi fatti intrecciando vegetali, poi il ventaglio si è legato all’abbigliamento femminile, oggetto indispensabile per le dame che spesso avevano “fame d’aria”, a causa dei corpini troppo aderenti che stringevano la vita e impedivano loro di respirare. 

Come già detto l’origine del ventaglio si perde nella notte dei tempi.  Nel II secolo, in Cina, si usavano ventagli rigidi in bambù, mentre i giapponesi inventarono quello pieghevole. Anche gli Egiziani lo conoscevano: lo sappiamo dalle rappresentazioni che si trovano nei bassorilievi e pitture dell’epoca. I romani lo chiamavano flabèlum e lo usavano solo durante le cerimonie importanti, ma anche, al pari degli Etruschi e dei Greci, lo utilizzavano per uso domestico. Nel Medioevo lo si torna ad utilizzare nelle cerimonie religiose ed in alcuni riti civili. In Europa viene introdotto da Caterina de’ Medici e subito si diffonde rapidamente, all’inizio come oggetto per l’aristocrazia, per poi estendersi a tutti gli strati sociali. La prima vera estimatrice del ventaglio fu la Regina Elisabetta I che ne diffonde l’uso alla corte inglese. Intanto grazie alle nuove rotte commerciali, i ventagli pieghevoli ideati in Giappone e poi diffusi in Cina sono arrivati anche in Europa. Ma se in Oriente vengono prodotti con carta di riso e stecche di bambù, in Europa sono reinventati in metalli o legni preziosi, piume esotiche e incrostati gemme, per dichiarare al mondo la ricchezza della proprietaria. 

Nel Settecento la fortuna del ventaglio giunge all’apice. Nascono ventagli da usare per i balli di corte, altri fatti apposta per la chiesa, altri ancora per le cerimonie di fidanzamento e nuziali,  modelli per le vedove, opportunamente orlati di pizzo nero. È in quest’epoca che il ventaglio diventa messaggero di vere e proprie comunicazioni cifrate. Aprirlo in certo modo, appoggiarlo su una guancia o sull’altra: ogni gesto aveva un preciso significato. Nasce un codice per comunica con il ventaglio come prima c’era il linguaggio dei finti nei. La dama con il ventaglio tutto aperto, ma coprendo la bocca: voleva dire che era libera, se lo lasciava scivolare sugli occhi un invito al cavaliere di andare via, se la dama sosteneva il ventaglio con la mano destra di fronte al viso, invito a seguirla, se poi appoggiava il ventaglio sulle labbra, invito a baciarla. Per dire sì o no, se appoggiava il ventaglio sulla guancia sinistra era un “no”, se appoggiato sulla guancia destra era un “sì”. Se la dama lo sosteneva con la mano sinistra di fronte al viso, si trattava di un invito a fare conoscenza. Se chiuso a metà sulla destra e sulla sinistra, simboleggiava il non potere parlare, invece se veniva aperto molto lentamente con la mano sinistra, era un invito a parlare. Se veniva aperto nello stesso modo con la mano destra, la dama invitava il cavaliere ad aspettarlo. Se il ventaglio veniva chiuso appoggiato all’occhio destro, la dama chiedeva quanto poteva rivederlo. Se il ventaglio veniva chiuso e agitato in modo minaccioso, la dama invitava il cavaliere a non essere imprudente, se il ventaglio copriva per un po’ l’orecchio sinistro, la dama voleva essere lasciata in pace: lasciami in pace.  Se la dama appoggiava il ventaglio all’orecchio sinistro voleva far sapere al cavaliere che gradiva che si togliesse di torno. Se cambiava il ventaglio nella mano destra, chiedeva al cavaliere come osava. Muoverlo con la mano sinistra: ci osservano. Se la dama si copriva con il ventaglio con la mano sinistra con il ventaglio chiuso, invito al cavaliere di scrivere una lettera. Per dire al cavaliere che era crudele la dama apriva e chiudeva il ventaglio lentamente e ripetutamente. Se la dama lasciava il ventaglio scivolare sulla fronte, diceva che il cavaliere era cambiato, se sventagliava ripetutamente voleva dire che era sposata o fidanzata. Se il ventaglio veniva mostrato chiuso e fermo, la dama chiedeva se il cavaliere gli voleva bene. Se lo lasciava scivolare sulle guance, la dama affermava il suo amore. Se la dama nascondeva gli occhi dietro il ventaglio aperto, voleva dire al cavaliere ti amo! Se lo chiudeva lentamente: prometteva di sposarlo. Ma se lo abbandonava lasciandolo appeso, comunicava di restare amici, se faceva un dito dell’altra mano sui bordi, voleva parlarti. 

Nell’Ottocento, grazie alla litografia si possono ottenere stampe a colori a prezzi contenuti. E questa innovazione, assieme alla crescente industrializzazione dei processi, consente di realizzare ventagli economici. Questi ventagli di carta diventano subito popolarissimi, e vengono decorati con motti di spirito, mappe dei teatri o addirittura messaggi promozionali. Da qui al ventaglio pubblicitario il passo è breve. Verso la fine del secolo, i ventagli reclamistici diventano molto comuni.  Poi a partire dagli Venti del Novecento il ventaglio perde interesse, con abiti sempre più leggeri e destrutturati assieme ai nuovi sistemi di areazione prima, e di climatizzazione poi, lo relegano al ruolo di accessorio obsoleto e ingombrante. Ma poi nei primi anni Trenta del Novecento il ventaglio scopre nuove funzioni, come quello realizzato in piume di struzzo, e in taglia extralarge, diventa un accessorio indispensabile negli show piccanti di un nuovo genere di cabaret, il burlesque. Da allora il ventaglio rinuncia ad ogni funzione pratica, rivendicando però una decisa valenza estetica. Adesso, complice l’aumento delle temperature sempre più tropicali e l’abitudine all’aria condizionata ci ha resi intolleranti anche alla più breve permanenza in ambienti non climatizzati, il ventaglio è tornato in auge. Oggi il ventaglio è una fisarmonica di carta che porta i messaggi del fresco per resistere a questo grande caldo.