di Giorgio Cortese
Oltre alla Sacra famiglia, Maria, Giuseppe e Gesù Bambino, ai Magi, al bue e all’asinello, ai pastori, ai suonatori e all’angelo Gabriele, che da sempre fanno parte del nostro immaginario, esistono diverse altre figure, che variano da regione a regione, che spesso vanno a completare il quadro del presepe. Ne elenco alcune fra le più rappresentative, a partire da Benino, pastorello del presepe napoletano che dorme beato in un angolo, ignaro di tutto: corrisponde al bolognese Dormiglione, che però è addormentato su un’amaca, nel presepe siciliano prende il nome di Susi Pasturi.
C’è poi il Festoso o Giocoso, personaggio presente in Toscana: rappresenta un giovanetto davanti alla capanna che gioisce per la nascita di Gesù diffondendo allegria. Importante è anche il personaggio di Gelindo, sconclusionato pastore monferrino che aveva appassionato anche Umberto Eco. È il personaggio più tipico del presepe piemontese, nel quale deve rappresentare la statuina più vicina alla Sacra Famiglia. Gelindo si ritrova fra l’altro in una tra le più antiche commedie in lingua piemontese, Gelindo, e nel detto popolare Gelindo ritorna! dedicato a chi inizia un’opera senza mai portarla a conclusione. La tradizione gli assegna il ruolo del pastore e proprietario del bue che offrì la propria stalla a Giuseppe e Maria. A volte è accompagnato dalla statuina della moglie Alinda, della figlia Aurelia o del suo servo Maffeo. Nel presepe viene rappresentato in abiti tipici monferrini con un lungo mantello e una pecora attorno al collo.
Meraviglia invece è una figura femminile della tradizione bolognese che, in segno di stupore e meraviglia, per l’appunto, agita le braccia. Spostandosi verso sud, in Sicilia, si incontra il personaggio di Sbaundatu o scantatu ra stidda, colui che guarda per primo in lontananza la stella cometa. Nella tradizione calabrese viene chiamato ’u mmagatu di stii. Zu Innaru, Zio Gennaio, è un altro personaggio che appartiene alla tradizione siciliana e rappresenta un vecchietto che si riscalda di fronte a un fuoco acceso e con il quale, secondo alcune interpretazioni, riscalda anche Gesù Bambino.
Per quanto riguarda gli animali, oltre al bue e all’asino, all’interno del presepe vengono collocati anche le pecore, i cammelli, a volte i dromedari, ovini, cavalli, bovini, volatili e animali esotici, come le scimmie. Una figura tipica del folclore catalano è il Caganer, una statuina che raffigura una persona intenta a espletare i propri bisogni corporei. La sua funzione all’interno del presepe è apotropaica: porta fortuna e allontana il male.