di Giorgio Cortese
Il 25 aprile di ottant’anni fa l’Italia riconquistava la libertà perduta, cancellata da venti lunghi anni di una dittatura che dopo mille altre colpe aveva sprofondato il Paese in una guerra disastrosa. Oggi è un giorno da ricordare e come sempre a Favria si è svolta la cerimonia della Festa della Liberazione con le varie associazioni presenti dall’Anpi, Gruppo Alpini, Fidas, Pro loco, Vigili del fuoco, presenti carabinieri della caserma di Rivarolo con il loro vicecomandante, associazione carabinieri in congedo, vicesindaca, assessori e amministratori comunali, il Consiglio Comunale dei ragazzi con la sindaca Giulia Coha, insegnanti, la dirigente scolastica Valeria Miotti e la Filarmonica Favriese, colonna sonora degli eventi, che si è attenuta a uno spartito di musiche istituzionali, dall’Inno d’Italia, fischia il vento, il Piave, suonate di fronte ai vari monumenti dove la presente amministrazione comunale ha fatto deporre le corone d’alloro.
Per il rispetto del lutto del ritorno alla casa del Padre, la Filarmonica non ha allietato come negli anni precedenti gli animi con il successivo repertorio di marce e canzoni che sono un vanto de nostri musici. La cerimonia è iniziata con l’alza bandiera da parte dei sempre presenti e operosi Alpini. Quest’anno l’evento della festa civile coincide con i giorni di Lutto per la morte di Papa Francesco, e la bandiera è arrivata sino in cima al pennone per poi scendere a mezz'asta in segno di lutto come comunicato prima dal capo Gruppo. Subito dopo il corteo ha raggiunto la sede dell’Anpi, vicino alla sede del gruppo Alpini e il Sindaco Vittorio Bellone che ha chiesto un minuto di silenzio per Papa Francesco e poi nella sua allocuzione dopo aver salutato le autorità presenti, cittadine e cittadini ha ricordato che: “… il 25 aprile non è solo memoria, è scelta quotidiana. È la testimonianza di un popolo che ha saputo rialzarsi, grazie al coraggio delle partigiane e dei partigiani, dei militari che scelsero la Resistenza, delle cittadine e dei cittadini che, spesso disarmati, combatterono per restituire all’Italia la libertà, la dignità e la democrazia… il 25 aprile non è solo il ricordo del passato. È anche un impegno per il presente e per il futuro. In un mondo dove tornano venti di guerra, odio, intolleranza e autoritarismo, il messaggio della Liberazione è più attuale che mai. Sta a noi, nuove generazioni, raccogliere il testimone della libertà e della giustizia, e difenderlo ogni giorno".
Poi ha parlato la sindaca del Consiglio Comunale dei ragazzi Coha Giulia, con spigliate parole ha portato la testimonianza delle nuove generazioni e in seguito altri alunni hanno letto dei pensieri contro la guerra ed inneggiando alla libertà. Durante i discorsi ufficiali siamo stati raggiunti dal 95enne Mario Enrietti che tramite suo nipote Eraldo ha dato sui video social una breve e toccante testimonianza di eventi in cui era stato testimone da ragazzo nel 1944 e tutti noi gli abbiamo tributato un lungo applauso. Ha poi preso la parola la Dirigente scolastica salutando tutti i convenuti e parlando della guerra di Liberazione e delle guerre che insanguinano il mondo anche vicino a noi. Infine ha preso la parola Giorgio Cortese: "Oggi, ricordare il 25 aprile ha un significato profondo, perché vuol dire difendere i principi della nostra convivenza civile e politica, la celebrazione della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo; è la festa del popolo finalmente tornato alla libertà e alla pace dopo anni di dittatura e guerra. I valori di democrazia e uguaglianza che ora sono “un’acquisizione”, li dobbiamo a chi ha creduto nel principio della libertà. Sono passati 80 anni dal XXV Aprile del 1945, due generazioni. Questa ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal nazifascismo (1945-2025) ci consegna l’opportunità di ricordare che con quel movimento popolare sono state edificate le fondamenta della nostra Repubblica e della nostra Costituzione nata dal sangue dei Martiri della Libertà, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Perché è nella Resistenza, nei suoi valori di libertà e democrazia, che affonda le radici la nostra Repubblica. Ed è sulla base di questi valori che è nata l’Europa come grande spazio di pace.
Dopo ottant’anni dobbiamo vivere l’orgoglio di essere figli della Resistenza e di una Repubblica nata su valori forti, nella serenità di essere dalla parte giusta della storia con la consapevolezza di camminare lungo il sentiero della giustizia e della democrazia. Purtroppo incominciano a mancare i testimoni diretti e di conseguenza tutto quel vissuto in prima persona nella tragicità di quei momenti. Ma siamo noi che dobbiamo testimoniare quei valori. Il 25 aprile è un monito contro l’odio, l’intolleranza e l’autoritarismo, che possono portare alla violazione dei diritti umani e alla perdita delle conquiste democratiche. Questa celebrazione odierna ci ricorda l’importanza della solidarietà, della resistenza e della collaborazione per affrontare le sfide comuni e costruire una società più giusta e inclusiva. Il 25 aprile ci invita a riflettere sul passato, a celebrare le conquiste del presente e a impegnarci per costruire un futuro migliore per le generazioni future. Ricordiamoci sempre che la Resistenza alla dittatura di 80 anni fa non è il passato, ma la storia attuale di tutti noi”. Dopo i saluti ufficiali si è formato un silente corteo fino alla Chiesa Parrocchiale dove è stata officiata la Santa Messa ed in seguito, dopo la funzione religiosa, il corteo ha portato le lapidi ai 4 monumenti. Una riuscita manifestazione che ci lascia il monito di attingere all’insegnamento che ci viene dalla generazione che seppe risalire dagli abissi attraverso uno straordinario sforzo di unità e di responsabilità. Viva il 25 aprile, viva la Resistenza, viva la libertà».