di Giorgio Cortese
Ma che cosa è la pazienza? Scriveva San Francesco di Sales: “Ciò di cui abbiamo bisogno è una tazza di comprensione, un barile di amore e un oceano di pazienza.” La pazienza allora è legata al tempo, ma risulta tutt’altro che facile dire che cosa sia il tempo, una delle realtà più sfuggenti che possano esistere, in sé e riguardo alla nostra vita. Mi sembra utile cercare di approfondire la natura di tutto ciò che ha a con il tempo oggettivo o vissuto che sia. Inizio con la parola pazienza che deriva dal lemma latino patientia, derivato da patiens, la parola ha la sua radice nel greco paskein. Il paziente allora è colui che sopporta sia una situazione sfavorevole, un'avversità, una provocazione, rimandando la reazione immediata o rinunciando a reagire del tutto. In medicina il paziente è colui che soffre di una qualche patologia, termine che ha la stessa origine etimologica significando, appunto sofferenza, malattia.
In ambito religioso, la pazienza è la virtù che contrasta l'angoscia, la depressione, l'amarezza causata dai dolori fisici e morali e rafforza la volontà di operare il bene, nonostante le avversità. La pazienza e il tempo sono collegati, perché la pazienza rappresenta uno dei modi che abbiamo di rapportarci al tempo. Sicuramente non l’unico ma certo uno dei più noti. Tutti infatti sanno che cosa sia la pazienza, ma poi usata con troppa disinvoltura ha quasi perso il suo significato, progressivamente eroso o reso ambiguo in modo imbarazzante. Personalmente tendo ad attribuire a questo fenomeno buona parte del deterioramento culturale che è possibile osservare al momento nella popolazione.
Oggi tutti parliamo di pazienza e tutti più o meno ci intendiamo sul suo significato, ma la pazienza è una virtù tanto apprezzata quanto poco osannata. Perché? Forse perché si tratta di una virtù di rincalzo. Che si difende ma non attacca, rassegnata quanto basta per non soccombere, ma non predisposta per trionfare. In fondo la pazienza sta al coraggio come una foglia di mimosa chiusa e quasi vergognosa sta ad una foglia di mimosa trionfante: può sempre aprirsi e non è seconda a nessuna. Nel concetto di pazienza convivono quelli di costanza e di coerenza, oltre a quelli di sopportazione e resistenza, la capacità di non precipitarsi, ma prendere invece tempo, magari per allargare il ventaglio delle cose da tenere in considerazione, il guardare avanti anche senza motivo, per una sorta di fiducia non negoziabile e, soprattutto direi, la probabilità di incontrare il kairós, il momento opportuno. Il tempo non ha pazienza, ma ce la cede volentieri, concludo con un proverbio turco: «La pazienza è la chiave del paradiso». (Giorgio Cortese)