di Giorgio Cortese
La tradizione di San Valentino, festa degli innamorati risale all'epoca romana, nel 496 d. C., quando l'allora papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco. Questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati ed erano apertamente in contrasto con la morale e l'idea di amore dei cristiani. In particolare il clou della festa si aveva quando le matrone romane si offrivano, spontaneamente e per strada, alle frustate di un gruppo di giovani nudi, devoti al selvatico Fauno Luperco. Anche le donne in dolce attesa si sottoponevano volentieri al rituale, convinte che avrebbe fatto bene alla nascita del pargolo. In fondo, ad alleviare il dolore bastava lo spettacolo offerto dai corpi di quei baldi giovani, che si facevano strada completamente nudi o, al massimo, con un gonnellino di pelle stretto intorno ai fianchi.
Per "battezzare" la festa dell'amore, il Papa Gelasio I decise di spostarla al giorno precedente, dedicato a San Valentino, facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati. Esistono però molti Santi di nome Valentino, e, a parte il fatto che tutti furono martiri, non si sa molto di loro. Due sono i più noti. Il primo, nato a Interamna (oggi Terni) nel 176, proteggeva gli innamorati, li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli. La letteratura religiosa (e non storica) descrive il santo come guaritore degli epilettici e difensore delle storie d’amore. Specie quando queste sono infelici: si racconta, per esempio, che abbia messo pace tra due fidanzati che litigavano, offrendo loro una rosa. Il secondo, invece sarebbe morto a Roma il 14 febbraio del 274, decapitato. Per alcune fonti sarebbe lo stesso vescovo di Terni. Per altri - tesi più plausibile - sarebbe un altro martire cristiano. Per altri ancora, non sarebbe mai esistito. Ad ogni modo, si racconta che Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, che invece era pagano. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata. E i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva. A chiudere il cerchio della tragedia sarebbe poi intervenuto il martirio del celebrante. Una delle tesi più note è che l’interpretazione di san Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel poema “Parlamento degli Uccelli” associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia.
Tuttavia, studiosi hanno messo in dubbio questa interpretazione. In particolare, il fidanzamento di Riccardo II sarebbe da collocare al 3 maggio, giorno dedicato a un altro santo omonimo del martire, san Valentino di Genova. Pur rimanendo incerta l’evoluzione della ricorrenza, ci sono alcuni riferimenti storici che fanno ritenere che la giornata di san Valentino fosse dedicata agli innamorati già dai primi secoli del II millennio. Fra questi c’è la fondazione a Parigi, il 14 febbraio 1400, dell'”Alto Tribunale dell’Amore”, un’istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore, i tradimenti, e la violenza contro le donne. I giudici venivano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore. La più antica “Valentina” di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415). Carlo si rivolge a sua moglie (la seconda, Bonne di Armagnac) con le parole: Je suis desja d’amour tanné, ma tres doulce Valentinée. Successivamente, nell’Amleto di Shakespeare (1601), durante la scena della pazzia di Ofelia (scena V dell’atto IV) la fanciulla canta vaneggiando: “Domani è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina”.
Inoltre, alla metà di febbraio si riscontrano i primi segni di risveglio della natura; nel Medioevo, specialmente in Francia e Inghilterra, si riteneva che in quella data cominciasse l’accoppiamento degli uccelli e quindi l’evento si prestava a essere considerato la festa degli innamorati. Considerando la sua collocazione in calendario, la ricorrenza, inoltre, ha ispirato vari motti e proverbi “Per San Valentino fiorisce lo spino”, “Per San Valentino la primavera sta vicino” e “A San Valentino ogni “Valentino” sceglie la sua “Valentina” (detto piuttosto antico)”. Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di san Valentino è lo scambio di valentine, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico (la colomba, l’immagine di Cupido con arco e frecce, e così via). A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza.
La Greeting Card Association ha stimato che ogni anno vengano spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, per biglietti acquistati e spediti, dopo il Natale. Già alla metà del XIX secolo negli Stati Uniti alcuni imprenditori come Esther Howland (1828-1904) cominciarono a produrre biglietti di san Valentino su scala industriale; a sua volta, la Howland si ispirò a una tradizione antecedente originaria del Regno Unito. Fu proprio la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Questo processo continuò nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. La tradizione dei biglietti amorosi cominciò a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli. Nel tempo la festa degli innamorati ha assunto una dimensione romantica e commerciale. In questa data sono numerose le iniziative che vengono organizzate un po’ ovunque. Ci sono tante opportunità per trascorrere piacevoli momenti in compagnia della propria amata o del proprio amato. Per esempio, molti ristoranti e pizzerie propongono menù speciali, ideali per godere una serata romantica e conviviale, mentre parecchi hotel e strutture ricettive del territorio offrono pernottamenti promozionali per le coppie. Nelle spa e centri benessere, invece, è possibile optare per pacchetti pensati per ritagliarsi piacevoli momenti di relax.
Non mancano, infine, iniziative a tema promosse in diverse località, oltre a concerti e spettacoli dagli svariati generi. Oltre a essere patrono degli innamorati, San Valentino è considerato protettore degli epilettici. Questo si deve ad un’antica credenza medievale, d’origine tedesca, dovuta alla semplice assonanza del nome del Santo (in tedesco “Valentin” si pronuncia “Falentin”) con il verbo “fallen” (cadere). In passato ebbe origine una festa che si teneva il 14 febbraio dove veniva impartita al Santuario delle “Sette Chiese” di Monselice (Padova) la “benedizione di San Valentino” che avrebbe dovuto proteggere i bambini dalla sindrome del “mal caduto” (epilessia, nota anche come “male di San Valentino”). L’epilessia è una malattia neurologica che si manifesta sotto forma di crisi improvvise, transitorie e di varia intensità (fino anche alla perdita di coscienza) che dipendono da un’alterazione della funzionalità dei neuroni. In Italia la ricorrenza è ricordata ogni anno dalla Lice (Lega italiana contro l’epilessia) l’associazione professionale dei medici epilettologi. Benvenuto San Valentino il tramite ultraterreno della dimensione dell'Amore cortese.