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CASTELLAMONTE - Ci sono vicende fissate da tantissimi anni nella pietra, che attendono solo di essere scoperte e narrate. Un modo nuovo per avvicinarsi alla storia di un territorio attraverso la voce di uno dei suoi protagonisti della vita quotidiana. Questo ha fatto per molto tempo Luigi Peretto, scomparso nel 2020. Oltre ad essere stato un artista poliedrico, è stato nominato, su proposta del senatore Eugenio Bozzello Verole che lo stimava molto, Cavaliere della Repubblica per meriti acquisiti nell’ambito professionale, sociale e culturale. Gino, come era conosciuto da tutti, è stato anche un appassionato di storia e un prezioso punto di riferimento quando si parlava di tradizioni locali. 

Prima ancora di aprire una «Finestra sul Passato», la sua ultima rubrica nella quale tramandava il ricordo di luoghi, persone e città del Canavese, «salvandoli » dal rischio di finire cancellati o peggio ancora dimenticati, Luigi Peretto è stato anche e soprattutto un vivace «storico ». Come competente guida per 8 anni durante la manifestazione città d’arte a porte aperte ha portato migliaia di visitatori a scoprire la terra di Castellamonte. Prendendo spunto dai suoi affascinanti quadri, sapientemente posizionati lungo il percorso di visita, Peretto si calava alla perfezione nei panni di «cicerone». Il Tuchinaggio, i Conti San Martino e altri mille aneddoti e vicende, la storia di quelle pietre che caratterizzavano le salite delle curserie diventava, grazie a Gino, la storia con la “s” maiuscola, della sua amata città e del Canavese. 
Proprio una delle sue visite guidate stupì e conquistò anche Bruno Gambarotta. Lo scrittore, giornalista, conduttore televisivo e attore italiano, giunto al termine del tour sul belvedere del Castello di Castellamonte, si complimentò personalmente con Luigi Peretto. Fu l’inizio di una sincera amicizia che portò poi Gambarotta a citare Gino in un suo celebre libro.  

«Quale motivo dovrebbe esistere per scrivere di me? Un diario? Una memoria da lasciare ai posteri? - diceva di sé Luigi Peretto - Nulla di tutto questo. Nella mia vita, non esiste nulla di eclatante e di straordinario se non la semplicità del mio modo d'essere. Passioni? Desideri? Certo, di questi molti, ma solo in parte soddisfatti. Questo è tutto ciò che ora costituisce il mondo dei miei molti ricordi. Ed è soffermandomi su loro che, essendomi cari, riposo alla loro ombra». Oggi, Gino Peretto e i suoi insegnamenti sono sempre vivi nel cuore degli amici dell’associazione La Memoria Viva, che stanno cercando di elaborare il modo giusto per un suo doveroso ricordo.