LOCANA - Hanno infiammato il palco dell'Ariston, strappando applausi a scena aperta. Stiamo parlando dei Depeche Mode. A Sanremo il gruppo britannico, fondato dal frontman Dave Gahan e da Martin Gore, ha suonato il singolo «Ghosts Again», tratto dal nuovo disco, e poi la celebre «Personal Jesus», una canzone che conosce molto bene il canavesano Gabriele Remogna.
Il talentuoso chitarrista, originario di Locana, si è diplomato presso l’Accademia Lizard Torino con il massimo dei voti, lode più 3 menzioni d'onore sotto la guida di Tony De Gruttola. Negli anni ha militato in diverse cover band del torinese. Innumerevoli le collaborazioni studio e live, tra cui i Righeira, i «Labirinto» (band gestita da Piero Vallero, musicista di Eros Ramazzotti, Pooh e direttore artistico di Solomon Burke). Con quest’ultimo gruppo Remogna ha condiviso il palco con artisti come Jesse Stevenson ed Arianna Cleri, vincitrice di «Io Canto» 2011. Collabora inoltre proprio con gli Sneakers, tribute band dei «Depeche Mode», riconosciuta ufficialmente dal gruppo britannico. Con loro si è esibito sia in Italia che all'estero.
Come sei arrivato a suonare negli Sneakers?: «Attraverso Lizard, quando ero ancora solo un allievo – spiega Gabriele Remogna, che dal 2015 è anche dimostratore ufficiale dei pedali Dophix presso le più importanti fiere e manifestazioni d’Italia ed internazionali come il Namm di Los Angeles – Il batterista della band di allora, Vito Guerrieri, insegnava proprio nell’accademia che frequentavo. Ho partecipato ad un audizione ad hoc. Hanno visto qualcosa in me e mi hanno scelto. Avevo 20 anni e da lì è iniziata la nostra collaborazione. Con qualche “tira e molla”, dovuti ad altri miei impegni lavorativi, siamo sempre rimasti in contatto e tuttora faccio parte della band. In 12 anni con loro ho suonato in tutti i principali club italiani (Fuori Orario, Alcatraz, Live Club) ed in diversi Festival Europei condividendo il palco anche con Andy dei Bluvertigo».
Come nasce la tua passione per la chitarra e la musica? «Fin da piccolo, avevo 4 anni, mi ero innamorato di una chitarrina di quelle elettroniche, esposta nella vetrina di un negozio di giocattoli. I miei genitori me la regalarono e da lì in poi non c’era pallone o altro gioco che mi distogliesse da questo strumento. Compiuti 6 anni, è stato mio zio Holly che ha iniziato ad insegnarmi i primi accordi. Con lui ho imparato a suonare le prime canzoni, tratte dal Canzoniere del tempo. Nella mia formazione è stato importante Renzo Guglielmini che mi ha notato quando studiavo chitarra alla Chopin di Cuorgnè. E’ stato lui a trasmettermi la passione per la chitarra elettrica nella quale mi sono inizialmente cimentato da autodidatta. A 19 anni ho iniziato a frequentare il corso accademico presso la Lizard di Torino, sotto la guida di Tony De Gruttola, mio attuale direttore. In lui ho trovato la persona giusta per affrontare il percorso di formazione a 360° nel mondo della musica. Ho inoltre studiato pianoforte per 8 anni sotto la guida di Matteo Pecchenino sostenendo diversi esami in Conservatorio, raggiungendo il 7° anno di studi del vecchio ordinamento. Nel mio destino c’era comunque la chitarra».
Insegnamento, esibizioni e collaborazioni musicali: cosa c’è nel futuro di Gabriele Remogna? «L’insegnamento mi appaga parecchio. Mi piace vedere crescere i ragazzi sia dal punto di vista musicale che umano. Tra l’altro sono coordinatore di un distaccamento di Lizard Torino in Canavese, all’interno dello Spazio Volo Arte & Musica a Castellamonte. Nel mio futuro ci sono sicuramente i live con il duo acustico “Vagablonde” che ho fondato insieme alla cantante Valentina Procopio, con gli Sneakers, ed altri progetti e lavori occasionali. Collaboro anche con alcuni studi di registrazione. Mi piacerebbe far parte, inoltre, di un musical, realtà che mi affascina molto. Sarebbe bello poter realizzare infine delle nuove collaborazioni con artisti inediti».
Quale consiglio daresti ai giovani che si avvicinano oggi a questo mondo, sognando un futuro da musicisti?: «Innanzitutto di trovare qualche maestro che trasmetta loro la passione e le basi tecniche per intraprendere ed affrontare lo studio della musica e che sappia interpretare al meglio le caratteristiche personali dell’allievo – conclude Gabriele Remogna – Molti giovani oggi vivono la musica attraverso internet, sognando di diventare youtuber. E’ un risvolto, va bene. Tuttavia, la musica non si fa davanti ad un PC tantomeno in una cameretta. Consiglio di uscire fuori da quel mondo virtuale. Non a caso, noi come Lizard creiamo delle band interne alle scuole, perché suonare assieme è fondamentale. La musica è condivisione, tirare fuori idee e arrangiare. Bisogna uscire, non aver paura e mettersi in gioco. Anche prendere qualche “bastonata” fa bene, per imparare a conoscere i proprio punti deboli e lavorarci su per migliorare sempre».