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RIVAROLO CANAVESE - La Settimana Enigmistica omaggia Rivarolo Canavese. Nel numero in edicola da giovedì 15 maggio, il celebre e iconico settimanale, tra parole crociate, rebus, enigmi, quiz, curiosità e barzellette, dedicherà, infatti, con la sezione «Una gita a…» una pagina alla città canavesana.

Attraverso una decina di foto suggestive e l’immancabile cruciverbone speciale ci sarà la possibilità di conoscere, e riconoscere, Rivarolo. Per ogni indizio un luogo storico, da trasformare in lettera e incasellare in orizzontale o verticale. La bellissima sorpresa, per tutto il nostro territorio, è merito del vulcanico Vitaliano «Nino» De Gregorio aiutato dal talentuoso fotografo e videomaker sanbenignese, Fabio Notario. «L’idea mi era già venuta quando nel 2008 ero assessore del Comune di Rivarolo Canavese – racconta Nino – Quel progetto non si era concretizzato, un po’ per i tempi burocratici lunghi dell’iniziativa e un po’ perché poi avevo lasciato dimettendomi da quell’incarico in Comune. Il 18 dicembre 2020, ho deciso di riprovarci e ho scritto via mail nuovamente a La Settimana Enigmistica. Il 22 dicembre è arrivata la risposta positiva dalla rivista. Il 16 gennaio 2021, nel giorno del mio compleanno, insieme a Fabio siamo andati in giro per la città, immortalando in una 15ina di scatti i luoghi più caratteristici e attrattivi per poi spedire le foto al celebre periodico di enigmistica. Un anno dopo, il 10 febbraio, mi hanno comunicato che lo schema del cruciverba era pronto e che, tuttavia, ci sarebbe stato da attendere per la pubblicazione. Il 30 aprile scorso, la bella notizia dell’uscita nel numero in edicola il 15 maggio 2025 della pagina “Una gita a… Rivarolo Canavese"».

Obiettivo centrato da parte di Fabio e Nino. «Da “Catanzarivarolese” è una soddisfazione enorme – spiega Vitaliano De Gregorio – Sono, Catanzaro e Rivarolo, le mie due città del cuore. Sono arrivato in Canavese, a Salassa, nel luglio del 1969, raggiungendo con mia madre e i miei due fratelli e due sorelle nostro padre, che ci aveva anticipato, per motivi di lavoro, un anno prima. All’inizio è stato un po’ traumatico, ma poi questo territorio mi ha adottato. E’ la mia casa. E’ il luogo dove ho vissuto con la mia famiglia, dove ho iniziato a lavorare in un’azienda locale che mi ha dato la possibilità di crescere, farmi le ossa nella cosiddetta “scuola di strada” e conoscere il mondo. Per questo mi fa grande piacere dare un po’ di visibilità a Rivarolo e a questa zona, a cui sono molto legato».

E’ tempo di bilanci per Nino: «Non mi sono mai arreso nella vita, neanche nell’ultimo periodo dove, per alcuni problemi di salute, mi sono dovuto fermare un po’. Ho ancora alcuni obiettivi da raggiungere. Nel 2026 la Rivarolese calcio compirà 120 anni di storia. Da dirigente anziano, mi auguri di festeggiare nel migliore dei modi possibili questo grande traguardo. Sarebbe un onore essere invitato alle celebrazioni. Vedo questa città un po’ “ferma” su se stessa. Mi piacerebbe si rimettesse in moto, con nuove iniziative ed eventi. Sarebbe bello recuperare il gemellaggio con Sunchales o il raduno dei Rivarolo d’Italia. Progetti che, purtroppo, si sono un po’ persi nel tempo. Il 2026 sarà un anno importante per me: il 10 ottobre saranno 50 anni di matrimonio. Ho un’altra data nel mirino: giugno-luglio 2029. Vorrei superare mio padre Raffaele almeno in una cosa: ha vissuto 27mila e 171 giorni, se non ho fatto male i conti. Vorrei fare di più di lui in questo, perché per il resto sarà, per me, sempre ineguagliabile. E’ stato un uomo rispettoso e rispettabile. Si è dedicato completamente alla sua famiglia e al lavoro. Ci ha trasmesso senso civico, educazione e quei valori fondamentali che io e mia moglie abbiamo poi insegnato ai nostri figli».

L’ultimo sogno di De Gregorio è per la sua Rivarolo Canavese: «Vorrei che questa città e il Canavese ripartissero alla grande. Che Rivarolo fosse più aperta, più viva. Mi sembra che sia diventata come era il Sud 50 anni fa, dove i giovani faticavano a inserirsi nel mondo del lavoro, le strade erano “martoriate” e lo sport abbandonato a se stesso. Anche i politici e gli amministratori locali devono fare di più, non basta esserci per le foto di rito. Ho dato una vita per il calcio e non mi sono mai fermato, neanche ora che continuo a viaggiare e girare l’Italia come volontario “professionista” in eventi e appuntamenti, oltre che come membro dell’associazione Noi ci siamo Odv. Da uomo di sport, ho un cruccio: sarebbe bello intitolare il centro polisportivo a Emanuele Carbogno, ex assessore del Comune di Rivarolo Canavese. Aveva lavorato nella giunta dell'allora sindaco Domenico Rostagno, diventando promotore e sostenitore di quello che sarebbe diventato l’impianto di via Trieste. Se lo meriterebbe».