Galleria fotografica

SAN GIUSTO CANAVESE - Si chiama Lorenzo Enrico, arriva da San Giusto Canavese ed è un emergente attore, che si è messo in luce in «Fuochi d'artificio» serie televisiva italiana diretta da Susanna Nicchiarelli e tratta dal romanzo omonimo di Andrea Bouchard. La fiction, che si è conclusa venerdì 25 aprile, è andata in onda in prime time per tre serate su Rai 1. Il giovane canavesano è un vulcano di emozioni, pronto a esplodere per dare voce alla sua passione. Con la sua interpretazione del personaggio di Marco, ha dato prova del suo grande talento, conquistando il pubblico: «Quando ho ricevuto l’annuncio, mi sono detto "proviamoci!". Pensavo fosse semplicemente un ruolo da comparsa. Mi arriva poi una mail in cui era richiesto un selftape per interpretare Marco, uno dei 4 giovani protagonisti della serie: non volevo svegliarmi da quel sogno».

Nonostante qualche timore iniziale, Lorenzo Enrico ha affrontato i casting con grande maturità: «Ho subito pensato che non mi avrebbero preso. Poi mi hanno convocato per un altro provino a Torino, poi altri due a Roma: ed ecco che il sogno prendeva sempre più forma». Al tempo delle riprese sul set il sangiustese aveva 14 anni. L'inizio di una felice avventura. Casting dopo casting ha raggiunto il suo scopo: fare cinema, una passione che porta con sé fin da piccolo, ma che non era ancora sbocciata per un po' di timidezza: «Le primissime esperienze teatrali le ho avute a scuola, con Gianfranco Bazzarola che più volte veniva a illustrarci quest’arte - racconta Lorenzo - Sono rimasto folgorato da questo mondo e mi sono detto: da grande voglio fare l’attore. Per me ora è un sogno potermi vedere in tv». Con grinta, passione e coraggio, Lorenzo è riuscito a dare forma al suo desiderio. Oltre al liceo artistico Piero Martinetti di Caluso, frequenta una scuola di recitazione cinematografica e di canto a Bosconero chiamata «Chi è di scena»: «Sicuramente dopo il liceo, mi piacerebbe continuare a coltivare questa mia passione, affiancandola all’università, magari spostandomi in città, una realtà più aperta che mi permetta di prendere il volo».

Sebbene sia stata la sua prima esperienza su un set, Lorenzo enrico ha domato bene le emozioni e le ansie da prestazione: «Ringrazio la regista Susanna Nicchiarelli per aver creduto in me e per avermi dato questa possibilità - ci spiega il talentuoso attore - Ero circondato da persone fantastiche, che mi hanno saputo comprendere e spronare quando c’era bisogno. Con i miei compagni di viaggio, Anna Losano, Luca Charles Brucini, Carlotta Dosi, è nata fin da subito un’intesa magica, che ci ha reso amici anche al di fuori del set. Francesco Centorame si è rivelato un gradissimo artista, ma soprattutto una splendida persona fuori dagli schermi: spero un giorno di diventare almeno la metà di quello che lui è adesso». La rivelazione di Lorenzo è avvenuta alla fine delle riprese: «La scena finale dell’ultimo episodio, ambientata di notte, è stata illuminante e mi ha segnato particolarmente, perché da lì ho capito cosa voglio fare nella vita.

Nonostante la fatica e l’ansia di dire in modo corretto le battute, una volta finita la registrazione ho sentito di essere nel mio posto». Le difficoltà durante le riprese, come in ogni cosa, ci sono state, ma Lorenzo è riuscito a cavarsela alla grande: «Essendo un ragazzo molto ansioso, se comincio a sbagliare qualcosa, è difficile correggermi subito. C’era una battuta semplicissima, ma non riuscivo a dirla: dopo numerosi tentativi sono riuscito a portarla a casa, anche se me la sogno ancora di notte!». Il cinema e il set sembrano essere nel destino di questo bravo e appassionato ragazzo. Il ruolo di Marco, poi, calza a pennello a Lorenzo: «Ero andato in una libreria a Bardonecchia con Luca Charles per comprare proprio il libro «Fuochi d’artificio» di Andrea Bouchard. Era esposto in vetrina, pronto ad aspettarci: arrivati alla cassa, la commessa ci chiede se fossimo gli attori della serie tv. Noi allora, cercando di trattenere le risate, abbiamo detto di no e ci siamo finti visitatori delle zone. Quello di Marco è un ruolo che mi ha appassionato. Crescendo sono cambiato, ma all’epoca eravamo molto simili: sono andato a recuperare ciò che io provavo all'età di 13 anni, quindi le emozioni delle prime cotte, delle prime amicizie. Sentimenti semplici e forse infantili, che ci caratterizzano quando non siano né bambini né adulti».

Lorenzo ha svolto un fine lavoro di analisi personale e di osservazione dei comportamenti dei ragazzi dell’epoca. Un aiuto prezioso per conoscere quali sentimenti si provavano durante la guerra è arrivato dalla bisnonna di 98 anni di Lorenzo: «Durante gli anni ’40 aveva l’età dei ragazzi del film e mi ha raccontato storie che mi hanno aiutato nell’elaborazione del personaggio. Per esempio, una volta, i soldati tedeschi sono entrati in casa di suo marito, che è stato costretto a nascondersi sotto il tavolo per non essere catturato. Guardando la serie mi ha confessato di essersi emozionata e commossa. E' stata assalita dalla stessa paura di quando i soldati tedeschi le sono entrati in casa». Il sogno nel cassetto del sangiustese non ha bisogno di spiegazioni, ma solo di costanza e di voglia di mettersi in gioco: «Voglio fare della mia passione un lavoro - conclude Lorenzo Enrico - Ho guardato e guardo tuttora molti film, alcuni dei quali mi hanno fortemente cambiato, mi hanno tenuto compagnia quando mi sentivo triste e mi hanno aiutato a crescere. Non mi interessa la fama: spero un giorno di diventare un aiuto per il mondo, emozionando spettatori lontani chilometri e chilometri che, però, riescano a identificarsi in me». (Gaia Sala)