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Orso d'argento alla 69esima Berlinale, «Grazie a Dio» scritto e diretto da François Ozon affronta un tema delicatissimo come la pedofilia, prendendo spunto da una storia vera quella di padre Preynat che a Lione riuscì a occultare per decenni una famelica attività di pedofilo godendo, di fatto, della copertura della curia che lo lasciò in carica nonostante le numerose segnalazioni. Oggi il sacerdote indegno è stato ridotto allo stato laicale e il cardinale Barbarin, all’epoca responsabile della diocesi, nonostante godesse della fama di uomo pio e integerrimo, prima si autosospese dalla carica e poi fu condannato in primo grado dalla giustizia civile a sei mesi di carcere.
 
Il titolo del film prende spunto dalla dichiarazione, infelice, di monsignor Barbarin che, durante una conferenza stampa a margine dell’imminente processo al prete imputato, si lasciò sfuggire un «Grazie a Dio, i reati sono prescritti». Parole fuori luogo, come gli fece notare un giovane giornalista che lo ammonì dicendogli che la prescrizione non è una grazia, ne, tantomeno un miracolo. Il protagonista del film è Alexandre Guérin (Melvil Poupaud), un quarantenne padre di  famiglia che vive a Lione. Cattolico praticate educa i figli nel rispetto delle pratiche religiose cristiane, ma un giorno scopre che Bernad Preynat (Bernad Verley), il prete che lo aveva molestato quando era un boy scout, officia ancora messa ed ancora in contatto con i bambini. Sconvolto, Alexandre trova finalmente il coraggio di agire contro il prete. La sua ricerca di ulteriori vittime porta Alexandre a François ed Emmanuel. Ognuno di questi tre uomini sta lottando in un modo diverso. 
 
Alexandre deciderà di avviare una crociata personale: non vuole che nessun altro ragazzo subisca anche qualcosa di simile e desidera dunque non solo la condanna del prete, o l’allontanamento dalla diocesi ma nemmeno gli bastano le sue dimissioni. Ritiene necessario che il crimine venga riconosciuto da parte dell’autorità ecclesiale,  che ci sia l’assunzione di responsabilità da parte dell’istituzione religiosa alla quale tiene fortemente e che vuole contribuire a rigenerare. Ozon riesce, senza nulla togliere alla gravità della questione trattata, a non ridurre l’opera ad una dimensione illustrativa o documentaria e a non cadere in un facile moralismo. «Grazie a Dio», fino a titoli di coda, non nasconde mai la sua netta presa di posizione  contro il lassismo delle alte sfere vaticane. Riesce ad essere un prezioso monito contro l’aberrante crimine della pedofilia. (Santho Iorio)
 
Genere: drammatico
Regia di François Ozon
Attori: Amélie Daure, Aurélia Petit, Bernard Varley, Denis Menochet, Eric Caravaca, François Chattot, François Pierrot, Hélén Vincent, Jeanne Rosa, Josiane Balasko, Julie Duclos, Martine Erhel, Melvil Poupaud, Swann Arlaud.
Durata; 137 minuti.