CANAVESE - Una doccia fredda sul futuro del nuovo ponte sulla strada statale 565 a Strambinello, in sostituzione del ponte Preti. In queste ore è arrivato il «no» del Governo alla richiesta di una proroga utile a preservare i fondi ministeriali destinati alla messa in sicurezza dei ponti piemontesi.
A darne notizia è il consigliere regionale ed ex sindaco di Ozegna, Sergio Bartoli: «Una grave occasione persa per il nostro territorio, la sicurezza delle infrastrutture e la tutela dei cittadini». Dopo la decisione del Governo stringono quindi i tempi per l’aggiudicazione degli interventi relativi al ponte Preti, opera cruciale per il collegamento tra Ivrea e il Canavese occidentale. Bartoli si era fatto promotore di un ordine del giorno nei confronti del Consiglio regionale, che impegnava la giunta a intervenire presso il Governo nazionale per ottenere una proroga utile a preservare i fondi ministeriali destinati alla messa in sicurezza dei ponti piemontesi. Tra questi, il ponte Preti riveste un ruolo strategico fondamentale. L’iniziativa del consigliere regionale è stata affiancata dall’intervento dell’onorevole Daniela Ruffino, che ha presentato un question time al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per sensibilizzare l’esecutivo Meloni sull’urgenza della questione.
Nonostante queste sollecitazioni, la risposta da Roma è stata negativa: non ci sarà alcuna ulteriore proroga oltre il termine del 31 dicembre 2024. «Questa decisione penalizza non solo il Piemonte, ma soprattutto le comunità che dipendono quotidianamente da queste infrastrutture – dichiara Bartoli - il mancato intervento sul Ponte Preti, unica via di collegamento verso servizi essenziali come ospedali e tribunali, rappresenta un colpo pesante per la sicurezza e la mobilità del nostro territorio». Il ponte Preti, situato sul torrente Chiusella, è da tempo al centro delle preoccupazioni degli amministratori locali e delle popolazioni interessate, che ne chiedono la ricostruzione per evitare un peggioramento delle condizioni viarie, ambientali ed economiche.
Il rischio di perdere i fondi assegnati per colpa di ritardi burocratici, sottolinea Bartoli, aggrava una situazione già critica: «Questo immobilismo burocratico rischia di mettere a repentaglio non solo la sicurezza delle persone, ma anche il futuro economico e sociale di un’intera area». Pur riconoscendo il limite imposto dal Governo, Bartoli conferma l’impegno a continuare a battersi per il ponte Preti e per tutte le infrastrutture piemontesi a rischio: «Non ci fermeremo. Con il sostegno delle amministrazioni locali e delle comunità coinvolte, esploreremo ogni strada possibile per trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza e lo sviluppo del nostro territorio».
Sul caso interviene con una nota anche la deputata e commissaria di Azione in Piemonte Daniela Ruffino, in merito alla risposta del Mit sulla situazione del Ponte Preti: «Pochi giorni fa ho annunciato un’interrogazione al ministro Salvini sulla necessità di prorogare i lavori per il Ponte Preti oltre la scadenza del 31 dicembre 2024, sottolineando come l’opera sia strategica per collegare Ivrea e il Canavese occidentale. Nonostante gli inviti a trovare una soluzione, oggi il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture comunica che non ci saranno proroghe, con il conseguente rischio di perdere i fondi e di vedere interrotti i lavori per un collegamento cruciale nel territorio. Uno stop che il Canavese non può permettersi, sia per una questione di viabilità, sia, e soprattutto, di sicurezza. Mi auguro che il governo consideri nuovamente l’urgenza dell’opera, aprendo ulteriori tavoli di confronto per ottenere un risultato utile all’intera collettività. Continuerò a portare le istanze dei sindaci al Ministero auspicando che la politica, ancora una volta, remi nella stessa direzione».