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STRAMBINELLO - Prosegue la nostra rubrica «Che fine ha fatto» per segnalare lavori annunciati e mai iniziati in Canavese. Dopo la variante alla 460 Lombardore-Front e il nuovo ospedale di Ivrea-Canavese (link disponibili anche sotto), è il turno del «mitico» Ponte Preti. Quattro anni fa, dopo il tragico crollo del Ponte Morandi di Genova, che riaccese l'attenzione su ponti e viadotti di tutta Italia, il «Ponte Nuovo» tra Strambinello e Baldissero Canavese, meglio noto come «Ponte Preti», divenne un osservato speciale. 

Il gran lavoro di sensibilizzazione portato avanti dall'ex Senatore Eugenio Bozzello, riportò d'attualità lo stato di salute del Ponte Preti e, soprattutto, la sua età. Non tanto per la sicurezza della struttura, quanto per l'enorme mole di traffico (anche pesante) che ogni giorno lo attraversa, trattandosi dell'unico collegamento diretto, tramite la pedemontata 565, tra Ivrea e l'alto Canavese. Tutti d'accordo, a livello politico, sul progettare un nuovo viadotto (con relativa viabilità) per sgravare la vecchia infrastruttura. Le dichiarazioni entusiastiche di numerosi politici locali, lasciavano intravedere (già tre anni fa) una soluzione rapida del problema. Ovviamente si è detto gatto senza averlo nel sacco (cit.).

Nel frattempo, però, la pedemontana, ponte compreso, è passata dalla Città metropolitana all'Anas, sono cambiati tre governi e tutti si sono gettati a capo fitto sui fondi Pnrr. Risultato: del Ponte Preti non ha parlato più nessuno. Di più: i soldi per la progettazione, 19 milioni di euro, sono stati effettivamente stanziati. Ma li ha di fatto incassati la Città metropolitana che non ha più titolo e competenza su quel tratto di strada. Come fare allora? I 19 milioni sono ancora buoni? Assolutamente si, ora però c'è di mezzo anche la solita burocrazia all'italiana. Non resta che attendere. E sperare che il Ponte Preti, classe 1920, continui nel suo silenzioso ma fondamentale servizio senza alcun intoppo...