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BORGOFRANCO D'IVREA - Con lo slittamento dei lavori al Monte Bianco, fortemente chiesto dall'Uncem, l'Eporediese chiede certezze e investimenti per trasporti e mobilità. Uncem ha presentato ieri sera a Borgofranco d'Ivrea le proposte e le richieste a Parlamento, Governo e Regione, in un incontro promosso da Fausto Francisca, sindaco, con Roberto Colombero e Marco Bussone, Presidenti regionale e nazionale. 

Presenti numerosi amministratori locali, cittadini, imprenditori, il consigliere Uncem valdostano Jean Barocco, la senatrice Paola Ambrogio, il consigliere regionale Alberto Avetta, il vicepresidente della Rava Luigi Bertschy, l'assessore piemontese Fabrizio Ricca. I temi relativi in particolare alla seconda canna del Bianco e alla riduzione del passaggio di mezzi pesanti in Ivrea e sulla statale 26, anche con opere importanti, circonvallazioni e varianti, verranno posti al viceministro Rixi, il 13 settembre, in arrivo sui territori. 

Nel rischio isolamento del nord-ovest, Uncem ha chiesto ai rappresentanti politici di lavorare per ridurre il rischio di aumento di isolamento delle valli alpine, con reti viarie sempre più critiche, treni che non arrivano, ferrovia che chiude e trasporto pubblico non efficace. Rispetto al raddoppio selettivo della ferrovia, e all'elettrificazione, Uncem ha posto nuovamente il tema dell'idrogeno, con treni più moderni. Anche l'autostrada, con tutti i passaggi di mezzi, deve compensare il territorio: una percentuale del pedaggio deve andare alle collettività territoriali. 

Uncem ha chiesto al sindaco di Ivrea, presente all'incontro a Borgofranco, di essere una città-guida. Una vera "città alpina", che fa positiva sintesi, supera barriere, guida percorsi di comunità. Come devono fare Aosta, e pure Pinerolo, Saluzzo, Cuneo, Mondovi. Ivrea - secondo Bussone e Colombero - deve essere perno delle politiche di sviluppo. Anche sull'ospedale, tema sul quale le divisioni sono troppe e forti. Ivrea deve ricomporre fratture e guidare processi di scambio, di flusso tra urbano e montano. Nuove sinergie che servono al Canavese di domani. Al pari di quelle che Torino - a partire da Palazzo di Città - deve creare con tutte le valli.