CALUSO - Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha inaugurato ieri a Caluso la prima «vigna urbana» di Erbaluce. Un progetto di valorizzazione territoriale su un terreno del Comune, concesso in gestione per 30 anni alla Cantina Produttori Erbaluce di Caluso. Un modo unico per valorizzare il patrimonio agricolo all'interno di un centro cittadino: il terreno del Castellazzo, infatti, un'area di circa 1000 metri quadrati con 110 piante di vite, diventerà il biglietto da visita dell'Erbaluce di Caluso, vitigno dell'anno della Regione Piemonte.
«La vigna non è solo collina - evidenzia Gianluca Gavazza, consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte - patrimonio storico, coltivazioni uniche e tesori di biodiversità trovano spazio anche nelle nostre città: un progetto di valorizzazione territoriale, paesaggistico e turistico al passo coi tempi. La vigna urbana è il monumento vivente ad un lavoro pionieristico che riunisce i vitigni storici all'interno delle città. Vini da preservare, amare e far scoprire. Caluso, con la sua storia, aggiunge un tassello importante proprio quest'anno che l'Erbaluce è vitigno dell'anno. L'attenzione della Regione Piemonte deve essere rivolta a questo territorio, alle aziende, soprattutto giovani, che vi operano e al mantenimento del vitigno autoctono Erbaluce, uno dei primi Doc piemontesi, per il quale il territorio di Caluso è conosciuto nel mondo».
A pochi metri dalle sedi del Comune, dell’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino e del Consorzio di Tutela e Valorizzazione Vini Docg di Caluso Docg e Doc di Carema e Canavese, un appezzamento di terra diventa l’immagine di un’intera zona, di un’intera civiltà e portabandiera dei viticoltori locali. Con il sostegno economico e la proficua collaborazione del Comune di Caluso e dei Lions Club Alto Canavese, Caluso Canavese Sud Est, Candia Lago, Chivasso Duomo, Chivasso Host, Rivarolo Canavese Occidentale e del Leo Club Caluso Canavese Sud Est è stato realizzato l’impianto la cui struttura si integra da un punto di vista architettonico e agricolo alle massicce mura che cingevano la rocca.