CANAVESE - «Agricoltori e commercianti che trattano la canapa industriale avvertono un profondo stato di crisi, in seguito all’approvazione dell’articolo 18 del Decreto sicurezza che introduce il divieto di tutte le attività legate ai fiori di canapa. Noi produciamo e commercializziamo canapa che non ha effetti psicotropi, chiediamo un tavolo di lavoro per individuare norme transitorie e avere ristori per le nostre imprese».
Così i numerosi rappresentanti degli imprenditori del settore canapa industriale in Piemonte (per uso alimentare, cosmetico, tessile, edilizio, industriale) hanno illustrato ai membri delle Commissioni Ambiente e Agricoltura - riunite in seduta congiunta con la presidenza di Sergio Bartoli - le loro difficoltà in seguito all’approvazione del Decreto sicurezza. Sono intervenuti: Gabriele Carenini, Luigi Andreis, Matteo Castelli (Cia), Federica Baravalle e Luciano Bosco (Assocanapa), Raffaele Desiante, Sandra D’Alessio, Marco Bernardin (Imprenditori Canapa Italia), Giuseppe Croce (Federcanapa), Vincenzo Guarnieri (Canapa Sativa Italia), Stefania Farsella (Associazione negozianti italiani canapa), Virginia Avallone, Andrea Bartoli, Francesco Scopelliti, Giuseppe Di Giovanni, Luca Bertetti (Canavese Canapa).
Oggi il settore occupa 1200 lavoratori in Piemonte e ha un indotto di circa 25 milioni di euro. Con la nuova legge nazionale si vieta la lavorazione, la distribuzione e la vendita delle infiorescenze della canapa coltivata e dei suoi derivati. «Questo provvedimento getta nell’incertezza un intero comparto agricolo – osserva il presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini -, come se la canapa fosse sinonimo di droga. Il comparto della canapa già oggi conta a livello nazionale oltre 23 mila occupati e ha un impatto economico diretto pari a quasi un miliardo di euro l’anno, con un altro miliardo aggiuntivo a livello indiretto. Un settore ad alto valore aggiunto e, soprattutto, dall’enorme potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, florovivaismo, bioedilizia, tutti impieghi tra l’altro ampiamente riconosciuti dalla legislazione europea». Nel solo Piemonte, le coltivazioni di canapa in pieno campo occupano una superficie di oltre settanta ettari, un dato certamente sottostimato, in quanto non comprensivo delle coltivazioni in serra e indoor, non rilevabili dai fascicoli aziendali.
Secondo le associazioni di produttori e commercianti della canapa industriale in Piemonte nel settore sono impegnati circa duemila addetti, suddivisi in circa 200 aziende operative nella coltivazione, lavorazione e commercializzazione della canapa negli ambiti dell’edilizia, del tessile, della cosmetica, oltre che della cosiddetta “cannabis light”. Il giro d’affari è stimato in circa 200milioni di euro. «L’audizione congiunta di oggi ha rappresentato un momento di confronto importante e concreto – commenta Sergio Bartoli - per la Commissione Ambiente è fondamentale dare ascolto a chi vive quotidianamente le sfide di un comparto che ha enormi potenzialità sotto il profilo agricolo, ambientale, economico e tecnologico».
«La canapa – prosegue il Presidente della V Commissione - può diventare un pilastro di un’economia davvero sostenibile, purché sia accompagnata da una normativa chiara, da strumenti di sostegno mirati e soprattutto da una corretta informazione: uno dei principali ostacoli allo sviluppo del settore è infatti la confusione ancora diffusa tra canapa industriale e cannabis a uso ricreativo». Conclude Bartoli: «L’impegno della Regione deve andare nella direzione di sostenere chi opera nella legalità, promuovendo trasparenza, sicurezza e innovazione. Le proposte raccolte oggi saranno oggetto di attenta riflessione per eventuali iniziative legislative o regolamentari da sviluppare in sinergia tra le Commissioni competenti».