CANAVESE - Dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione si torna in tribunale per i debiti Asa. La «telenovela» va avanti ormai da 14 anni, ovvero dal fallimento del consorzio affossato da una settantina di milioni di euro di debiti. Consorzio che, nato per gestire la raccolta rifiuti sul territorio del Canavese occidentale, finì per occuparsi anche di scavi, acquedotti, centri fieristici e persino vigilanza e case di riposo. Il 10 febbraio 2016 gli enti locali partecipanti alla società erano stati condannati a ripianare le perdite maturate negli anni 2009-2013 per un totale di circa 37 milioni di euro.
Nel 2018 e nel 2019, le sentenze della Corte d'Appello avevano sgravato i Comuni di gran parte del debito. In ballo erano rimasti circa 9 milioni di euro relativi alle perdite del solo biennio 2008-2010. L'ultima ordinanza della Corte di Cassazione non ha risolto la controversia, lasciando in piedi numerose questioni relative alla esistenza e all'entità del diritto di credito di Asa nei confronti dei consorziati. Per questo i Comuni hanno deciso di resistere ancora in Appello: se ne riparlerà tra pochi giorni dal momento che la Cassazione ha rinviato un successivo giudizio da attivarsi entro il 14 giugno 2024.
Davanti ai giudici finiranno ancora una volta i Comuni di Valperga, Cuorgné, Valchiusa, Traversella, Vidracco, Vistrorio, Baldissero Canavese, Rueglio, Brosso, l’Unione montana Alto Canavese, l’Unione montana Gran Paradiso, l’Unione montana Valle Sacra, l’Unione di Comuni montani Valchiusella, l’Unione montana Val Gallenca, Unione montana Valli Orco e Soana, i Comuni di Bairo, Bosconero, Busano, Ciconio, Favria, Feletto, Lusigliè, Oglianico, Ozegna, Pertusio, Rivarolo Canavese, Rivarossa, Salassa, San Ponso.