Tiene banco anche in Canavese la vicenda dei fondi per i Comuni che si sono fusi in un'unica municipalità. Sei in tutto, in Valchiusella, che hanno dato vita ai Comuni di Valchiusa e Val di Chy. Il taglio dei contributi, scoperto solo qualche giorno fa, rischia di rappresentare un grosso problemi per i nuovi Comuni con i sindaci che si sono sentiti «raggirati» dallo Stato. «Per gli incentivi alle fusioni di Comuni fatte negli ultimi anni, è importante che lo Stato, il Mef, possa trovare le risorse mancanti - dice Marco Bussone, presidente nazionale dell'Uncem - quanto finora è stato previsto di ripartire può essere una prima tranche alla quale deve seguire un secondo stanziamento. Si tratta infatti di rispettare un patto, un contratto fatto dallo Stato con le autonomie locali, con quei Comuni che hanno deciso di andare verso la fusione e hanno riorganizzato le macchine amministrative sui territori».

Uncem ha inviato una lettera al Viceministro dell'Economia Laura Castelli chiedendo un intervento in legge di bilancio per individuare le risorse mancanti. «Al momento chiediamo un segnale politico. Il tema non deve però essere ridotto a fusioni si, fusioni no. Non è questo il punto oggi. L'istanza è diversa. I processi di fusione, lo strumento stesso della fusione, il meccanismo che lo consente, gli incentivi economici per i Comuni fusi, potranno certamente essere ridefiniti in apposite leggi relative all'ordinamento degli Enti locali».

Interviene sul tema direttamente dalla Camera dei Deputati, Alessandro Giglio Vigna della Lega: «Riguardo alle nuove polemiche, premettendo che ogni Comune è libero di associarsi come meglio crede, con il direttivo Regionale dell'Anpci abbiamo ragionato sul fatto che occorra fare molta attenzione riguardo a queste operazioni che spesso si rivelano dei boomerang, come per esempio ciò che è accaduto qualche mese fa ad alcuni Comuni Canavesani che dopo essersi fusi non hanno potuto beneficiare in modo completo di alcuni contributi statali previsti per i singoli municipi. Sulle fusioni non me la sento di essere nè dialogante nè politicamente corretto: per quel che mi riguarda non esiste nulla di più lontano dalle mie idee. Alcuni sindaci del Canavese hanno sbagliato, illudendo i cittadini con propaganda modernista hanno cancellato con un colpo di spugna i loro Comuni sintesi di identità, storia, tradizione, campanile».

Franca Biglio, Presidente dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, conferma: «Senza i folli contributi statali e regionali seriamente i Comuni avrebbero mai pensato di fondersi? Davvero si è potuto credere che lo Stato potesse erogare, in piena spending review e rischio di procedura di infrazione europea, come nel paese di Bengodi, tutti quei milioni? Prima di imboccare una strada senza ritorno occorreva leggere bene le norme».