CANDIA CANAVESE - Il grosso albero che, a causa del vento, lunedi pomeriggio è crollato sulla Canottieri Candia devastando diverse imbarcazioni, andava messo in sicurezza ben prima del crollo. E infatti il Comune aveva chiesto alla Città metropolitana di poterlo potare e abbassarne l'altezza. Richiesta respinta.
E' il sindaco di Candia, Mario Carlo Mottino, a fare luce sull'episodio. «Il pioppo bianco caduto nella zona canottieri ha creato notevoli danni a strutture e distrutto 13 imbarcazioni: danni stimati 30-40 mila euro - spiega - innanzitutto la mia (e di tutta l'amministrazione) vicinanza e solidarietà alla Società 2010 Canottieri Candia. Vi saremo vicini e non solo a parole, per aiutarvi e sostenervi. L'incidente poteva avere conseguenze drammatiche, visto che in quella zona quotidianamente sostano scolaresche, giovani atleti e che nello scorso weekend si è disputata una gara nazionale con oltre 1500 atleti e numeroso pubblico».
Il Comune aveva segnalato l'albero alla Città metropolitana: «Nel marzo del 2021 ritenendo, a causa dell'altezza e dello stato di vetustà, la pericolosità dell'albero chiedemmo alla Direzione Sistemi della Città Metropolitana di poterlo potare e abbassarne l'altezza. L'operazione non venne autorizzata ad eccezione solamente dell'asporto di eventuali rami secchi - dice il sindaco - nei prossimi giorni scriverò ai nuovi vertici tecnici di Città metropolitana con i quali finalmente si è intrapreso un dialogo costruttivo per esprimere le mie considerazioni sull'accaduto. Ho intenzione di scrivere al Presidente della Regione, al Ministro dell'Ambiente e all'onorevole Mauro Berruto che da sempre mi ha manifestato la sua disponibilità e aiuto per lo sport e le tematiche del lago, in quanto credo che, con tutto il rispetto e amore per la natura, ci siano incogruenze e norme da rivedere nella gestione e sulle responsabilità nei siti di interesse comunitario».
Per il sindaco, infatti, non è possibile che gli interventi su una pianta autoctona vengano valutati allo stesso modo sia che si trovi in un bosco o in un'area sportiva e turistica dal 1977 e dove quotidianamente ci sono molti ragazzi e persone. «I possibili rischi per l'incolumità delle persone non possono e non devono essere sottovalutati ed essere considerati secondari, per nessuna ragione. Non è accettabile che nei Sic, su proprietà comunali, in caso di incidenti la responsabilità penale sia del sindaco, quando non abbiamo possibilità di condividere decisioni e scelte».