CANAVESE - «Sarebbe un disastro per la viticoltura canavesana l’imposizione europea delle etichette sulle bottiglie di vino che sembrano pensate apposta per scoraggiarne il consumo. E contro questa follia delle etichette allarmistiche sul vino anche Coldiretti Torino è pronta a scendere in piazza». Così l'associazione degli agricoltori torinesi.
«L’imposizione di scritte allarmistiche sulle etichette dei vini – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – non avrebbe nessun effetto educativo verso i consumatori, in particolare, verso i giovani. Il vino è un alimento che è soprattutto cultura dei vitigni, dei territori con le loro distinte peculiarità, delle tradizioni e delle innovazioni nelle tecniche enologiche. Il vino si degusta, si sorseggia stando insieme con dei buoni cibi. L’educazione al bere consapevole e la cultura del vino si praticano con il coinvolgimento dei consumatori e soprattutto dei giovani. Respingiamo le pulsioni proibizionistiche e l’onda salutista che vorrebbe spazzare via millenni di cultura dei nostri territori e che ha plasmato le civiltà del Mediterraneo e del nostro Canavese».
La battaglia di Coldiretti contro il terrorismo sul vino è per difendere i diritti dei consumatori. «La cultura millenaria del vino canavesano nelle intenzioni europee sarebbe criminalizzata. In pratica i nostri viticoltori secondo l’Europa diffondono un alimento dannoso, non un prodotto ricco di cultura, passione, saperi antichi, profumi e benessere se bevuto con moderazione».
«Per questo respingiamo con forza la proposta dell’esecutivo comunitario di apporre delle scritte sulle bottiglie per scoraggiare i consumi, oltre ad aumentare la tassazione. Proposte contenute nel Documento di lavoro dei servizi della Commissione (Staff Working Document) pubblicato il 4 febbraio dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare della Commissione Europea, in preparazione della revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro. Non è pensabile di avere una Ue che rimanda da anni un provvedimento fondamentale per la trasparenza e la salute come l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti e sposa invece misure che sono prive di fondamento scientifico, dalle etichette allarmistiche al Nutriscore che spinge gli alimenti ultra formulati, questi sì dannosi per la salute».