CASTELLAMONTE - Il caso «cartelle pazze», con una serie di accertamenti per tasse non pagate che, a causa di errori, hanno fatto infuriare alcuni residenti chiamati a riversare contributi invece già regolarmente pagati, è stato oggetto delle comunicazioni del sindaco, Pasquale Mazza, nell’ultimo consiglio comunale. L’assemblea si è tenuta martedì 29 aprile a palazzo Antonelli.
Il primo cittadino ha snocciolato tutta una serie di precisi dati e numeri per fare il punto della situazione: «Ci dispiace per il disagio arrecato ad alcuni cittadini. Dico “alcuni” perché sono i numeri stessi a giustificare la scelta di questo aggettivo. Mi preme però precisare in primis che ai castellamontesi non sono arrivate ingiunzioni morose, ma lettere di accertamenti. Li abbiamo eseguiti dopo che la Corte dei Conti ci ha chiesto lumi in merito alla quota di non pagato di Tari, che era piuttosto alta. Di fronte a questa richiesta e a questa somma elevata avevamo due possibilità. Potevamo aumentare le tasse e far pagare di più a chi già rispetta le regole. Non è la soluzione che abbiamo deciso di adottare. Non è corretto anche per una sorta di equità fiscale: devono pagare il giusto tutti. Ecco perché abbiamo dato il via agli accertamenti».
«Il Comune emette le bollette, il contribuente paga e l’Agenzia delle Entrate incassa. Poi c’è il giroconto all’'Ente comunale con la comunicazione di chi ha versato il tributo – ha spiegato in consiglio Pasquale Mazza – C’è stato un problema con i pagamenti del 2021-2022. Da qui nascono gli errori nelle lettere arrivate nelle scorse settimane ai cittadini. Gli uffici comunali sono al lavoro per capire cosa è accaduto ed evitare che si ripeta un’altra volta. Sempre che il disguido sia dovuto all’operato del Comune. I numeri però sono chiari. Ogni anno emettiamo 6500 bollette (di Tari, ma non solo, anche per esempio multe e pre-post scuola) e quindi in relazione al periodo 2021-22 in questione si tratta di 13 mila bollette. Gli avvisi per i presunti mancati pagamenti in questo biennio sono stati 2462. Una parte di questi, dieci per la precisione, sono sgravi parziali: mancavano una o due rate. 48 sono situazioni chiuse, pagate molto dopo la scadenza, ma saldate. Due sono fallimenti. Gli sgravi totali fatti sono 309. Sommando tutte queste ci avviciniamo a 400 casi con errori. Restano però 2002 situazioni di evasione. Si tratta di non pagato, perché ognuno di noi ha un proprio cassetto fiscale in cui si può facilmente controllare. Ci dispiace per i problemi causati a 400 persone. Stiamo facendo tutte le verifiche perché non si ripeta, ma con l’incassato da questi accertamenti che ammonta a 283mila e 973 euro avremo un tesoretto nell’avanzo di bilancio. Soldi spendibili per la città senza dover, lo ripeto, aumentare le tasse: cosa che non abbiamo mai fatto durante il nostro mandato».
Sulla Tari, in occasione dell’approvazione del regolamento per l’applicazione della tassa, il sindaco castellamontese ha poi fatto una riflessione politica più ampia: «E’ cambiato il regolamento per l’applicazione della Tari. L’anno scorso in bolletta ci è stato fatto aggiungere da Roma 10 centesimi per la pulizia dei mari e un euro e 50 per l’emergenza catastrofi. Quest’anno altri 6 euro per gli indigenti. Sono importi destinati a compensare le riduzioni o esenzioni applicate ai beneficiari del bonus sociale. Lo capisco, ma mi chiedo perché non lo faccia direttamente il governo invece di demandare sempre ai Comuni, a cui poi si rivolgono per lamentarsi delle tasse più elevate i cittadini che le percepiscono come una sorta di “accise”».