CASTELLAMONTE - Un fulmine a ciel sereno si è abbattuto in questa prima metà di agosto su palazzo Antonelli. A preoccupare il sindaco, Pasquale Mazza, e tutta la sua affiatata squadra di amministratori comunali c’è la proposta del governo Meloni di stralciare dal Pnrr 2.5 miliardi destinati ai Piani Integrati Urbani. Detto più semplicemente, come sottolineato in un recente articolo dal Sole 24 ore, significherebbe mettere i bastoni tra le ruote a 31 importanti progetti di riqualificazione urbana dall’alto impatto sociale. Tra questi, alle nostre latitudini, c’è proprio la riqualificazione dell’ex ospedale castellamontese e la sua trasformazione in centro polifunzionale per anziani e giovani.
Pallottoliere alla mano si parla di un finanziamento da tre milioni e 800 mila euro. Il restyling, che ricade nei Pui della Città Metropolitana di Torino, inciderà su uno spazio di 1840 metri-quadri e indirettamente su altri 10mila. E’ previsto l’ampliamento della biblioteca civica, la creazione di un centro di aggregazione per giovani e anziani, un archivio storico, spazi nuovi per le associazioni con finalità socio-culturali e sportelli sociali. «Da un lato c’è la soddisfazione come cittadino e amministratore di vedere il progetto finanziato con i Pui di Città Metropolitana. Il fatto che questo progetto dal significativo valore inclusivo e sociale sia stato approvato accanto ad altri proposti da grandi città come Milano, Bologna, Napoli, Bari e Roma, ci inorgoglisce. Dall’altro lato, tuttavia, sono preoccupato. Ho sentito le parole del ministro: ha ribadito che nessuno vuole tagliare o definanziare queste opere fondamentali. Spero sia così. Altrimenti, se devo trovare nelle pieghe di un bilancio comunale da 10 milioni di euro complessivi ben 3 milioni e 800 mila euro, tanto vale che consegni simbolicamente le chiavi di palazzo Antonelli al Prefetto. Non sarebbe fattibile».
«La riqualificazione dell’ex ospedale castellamontese e la sua trasformazione in centro polifunzionale per anziani e giovani – continua Mazza – è un progetto avviato, in stato avanzatissimo. I lavori sono già stati assegnati. Contiamo di inaugurare entro il 2025. Bloccare tutto significa anche esporsi al rischio molto probabile di richiesta danni della ditta aggiudicataria dell’opera. Siamo piccoli Comuni che remano quotidianamente per dare valore al territorio. Sarebbe un colpo tremendo. Confido in una soluzione positiva del problema da Roma».
Sulla delicata situazione è intervenuto pure il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al termine di un incontro con il ministro dell’interno Piantedosi al quale hanno partecipato anche gli altri sindaci delle Città Metropolitane: «Perché sono state spostate le opere del Pui dai finanziamenti Pnrr? Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità. Il ministro Piantedosi ha solo ribadito che le opere si faranno e che il governo le considera un obiettivo importante. Apprezziamo l’affermazione da parte un ministro che stimiamo e ne prendiamo atto, ma purtroppo rimane un impegno generico che non ci rassicura, anche perché non è stata accolta la nostra proposta di esaminare caso per caso quali opere siano eventualmente a rischio di bocciatura da parte della Commissione Europea».