CHIVASSO - La crisi dei migranti che si sta consumando al confinetra Bielorussia e Polonia non lascia indifferente la Città di Chivasso. Il sindaco Claudio Castello ha espresso le proprie preoccupazioni al suo omologo polacco, Wojciech Bakun, della città di Przemysl, gemellata con Chivasso, per via degli storici legami del secolo scorso.

Proprio in questi giorni, il Governo di Varsavia ha avviato la costruzione di un muro per blindare 186 chilometri di frontiera a un costo enorme: 1,6 miliardi di zloty, pari a oltre 350 milioni di euro. L’obiettivo è proteggere il Paese dall'ondata di profughi usati come un'arma dal dittatore Aleksander Lukashenko. Un’ondata di uomini, donne e bambini che, a piedi, sognano di raggiungere l'Europa, attraversando boschi, paludi e il fiume che separa i due Stati, sfidando in questi mesi anche il gelo.

«Siamo preoccupati diuna questione aperta in cui il diritto interno si scontra con i doveri umanitari nei confronti di migliaia di migranti che provengono dal Medio Oriente grazie alla concessione di visti turistici da parte del Governo bielorusso – ha scritto il primo cittadino Claudio Castello al sindaco di PrzemyslWojciech Bakun -. Fra loro, persone provenienti da Siria, Iraq, Yemen e Afghanistan che provano ad entrare in Europa in assenza di canali sicuri, mentre i Paesi dell’UE impediscono loro di chiedere protezione. Sono essi a pagare il prezzo più alto di contrasti internazionali in atto.Il nostro interlocutore è l’UE, e ad essa va richiesta con determinazione la garanzia di un meccanismo di redistribuzione di quanti arrivano negli Stati membri, con l’impegno contestuale ad interventi diretti nei focolai extraeuropei che generano i fenomeni migratori».

«Il Comune di Chivasso è tra le numerose città italiane che si sono apertamente dette disponibili a politiche di accoglienza, con lo stesso spirito umanitario con cui anni fa abbiamo aperto le braccia ai nostri fratelli polacchi in quel di Mandria, episodio storico alla base del nostro gemellaggio. A questo patto faccio appello affinché i nostri Paesi possano adottare un cambio generale di rotta politica basata su solidarietà, umanitarismo ed accoglienza. Ne va della nostra storia. Ne va della nostra umanità» ha chiosato il sindaco piemontese chiedendo al suo omologo polacco di porre la questione ai più alti livelli istituzionali del suo Paese.

Claudio Castello non dimentica di citare le contraddizioni italiane sul fenomeno migratorio. «Il Mediterraneo è forse il fronte più esposto, sia per i numeri che per i rischi in mare aperto – ha chiarito il sindaco -. L’Italia è contraria a politiche di respingimento anche se va richiesta con forza la necessità di ripristinare un’operazione efficace di ricerca e soccorso in mare, ad oggi prevalentemente in mano all’importante lavoro delle ONG, di promuovere procedure di sbarco strutturate e condivise, di individuare alternative più sicure agli attraversamenti promuovendo canali regolari di migrazione».