CHIVASSO - «Il sottoscritto è da più di due anni che è sottoposto a vigilanza dinamica da parte dei carabinieri, per ordine della prefettura, per minacce di morte. Però non ho mai utilizzato questo fatto in campagna elettorale e non mi sono mai nascosto dietro a un dito. Non sono nè indagato nè imputato: la deposizione di mercoledi scorso parla chiaro».
Così il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, in Consiglio comunale, ha risposto alle accuse delle minoranze in merito alla sua testimonianza al processo, in corso a Ivrea, legato all'operazione contro la 'ndrangheta «Platinum». Castello avrebbe ricevuto due lettere di minacce indirizzate alla sua persona e alla famiglia. Circostanza che ha attivato la vigilanza dinamica da parte dei militari dell'Arma.
«La 'ndrangheta è il male assoluto - ha poi aggiunto - un fenomeno violento e oppressivo che non ha niente da spartire con la storia e la cultura della nostra gente. Ho sempre difeso con forza la legalità da amministratore pubblico e da cittadino».