CIRIE’ - Si chiude definitivamente la querelle relativa all’ordinanza (con divieto a vendere bevande in bottiglie e bicchieri di vetro e a vendere e a utilizzare petardi, botti) emanata dal sindaco di Ciriè in merito alla festa in città per lo scudetto del Napoli del 2023. Alcuni commenti postati sul web sull'ordinanza del Comune non erano piaciuti al primo cittadino ciriacese, Loredana Devietti, che aveva querelato gli amministratori della pagina Facebook dove erano comparsi. I blogger, secondo l'ipotesi di reato segnalata alla procura di Ivrea, erano chiamati a rispondere di diffamazione e incitamento all’odio razziale.
«Alcune informazioni per chiarire e chiudere in modo definitivo la questione querela. Il Pubblico Ministero alla chiusura delle indagini aveva deciso di inviare avviso ai querelati formulando le ipotesi di imputazione, segno che riteneva i fatti rilevanti, mentre poi successivamente ha mutato idea e ne ha chiesto l’archiviazione – spiega la prima cittadina ciriacese - Ho deciso di oppormi, sempre a titolo personale e in accordo con i miei legali, sia per le ricevute accuse di razzismo, sia soprattutto in riferimento alle decine di messaggi di istigazione all’odio che sono scaturiti in seguito e che solo grazie al buon senso dei tifosi napoletani non hanno trasformato una bella e legittima festa in un problema di ordine pubblico, situazione che per più di una settimana ha impegnato Polizia Locale e Carabinieri nel monitorare e predisporre servizi aggiuntivi».
«La maggior parte dei commenti più gravi sono stati cancellati dalla pagina FB solo dopo la querela, che quindi un primo effetto lo ha ottenuto – aggiunge Loredana Devietti - Ciò che invece non era mai arrivata prima era una presa di distanza esplicita dalle accuse di razzismo da parte dei due amministratori della pagina FB e soprattutto il loro dissociarsi dai commenti di istigazione all’odio pubblicati sulla bacheca della pagina stessa, che deve essere monitorata e controllata dagli amministratori della pagina. In questi ultimi giorni finalmente da una parte in forma privata, che ho particolarmente apprezzato nel merito, e dall’altra in forma pubblica, è arrivata la presa di distanza dalle accuse suddette e la dichiarata consapevolezza che nel gestire una pagina è opportuno un controllo e un monitoraggio anche sui commenti degli utenti. Mi ha fatto piacere che si sia chiarito che non si può essere superficiali su un social pubblico, con informazioni distorte, che coinvolgono non solo me ma talvolta anche altri cittadini o gli uffici dell’Ente. Per questi motivi ho deciso di rimettere la querela e di non opporre ulteriore reclamo all’archiviazione: il mio intento non è mai stato punitivo, ma credo che talvolta sia necessario segnare un limite anche al diritto di critica, ai commenti che si ospitano sulla propria bacheca web e alle interpretazioni personali che si danno alle azioni amministrative».
«Spero di non dovere più ricorrere allo strumento della querela che non mi piace e non mi è mai piaciuto – conclude la sindaca di Ciriè - Chi si mette al servizio della cosa pubblica mette in conto critiche e attacchi ma ci sono dei limiti e non esiterò neanche in futuro a valutare ogni azione necessaria a tutelare amministratori che lavorano ogni giorno con impegno per il bene della città, dipendenti del Comune di Cirié che purtroppo talvolta vengono inevitabilmente coinvolti e l’informazione più chiara possibile per i cittadini».