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CUORGNE' - Il Comune di Cuorgnè ha deciso di lasciare «Avviso Pubblico», l'associazione che riunisce, a livello nazionale, gli enti locali contro le mafie e la corruzione. Una scelta resa nota dall'amministrazione comunale nel corso dell'ultimo Consiglio. «Non si tratta di una scelta ideologica - precisa il sindaco Giovanna Cresto - è vero che l'adesione ad Avviso Pubblico, fin qui, non ha portato alcun beneficio alla città di Cuorgnè ma la natura della decisione è di carattere economico».

Gli uffici di palazzo civico, infatti, si sono trovati a fare i conti con un bilancio risicato, specie per il 2024. Rinunciando ad associarsi, il Comune risparmierà circa 700 euro: «Non nascondo che ci sono difficoltà nel far quadrare alcuni conti - ammette il sindaco - l'alternativa era aumentare l'Irpef, la mensa scolastica o il trasporto degli alunni. Di fronte ad una possibilità di questo tipo ci siamo messi pancia a terra per tagliare tutte le spese che abbiamo ritenuto non indispensabili». E tra queste è finita anche l'adesione ad Avviso Pubblico anche a fronte della mancata presenza dell'associazione in città quando il Comune si è trovato a dover far fronte a delicate questioni relative alla presenza della 'ndrangheta (non ultima la difficile gestione dei beni confiscati a Giovanni Ieria).

Per il sindaco Cresto non si tratta di una scelta irrevocabile: «Sicuramente nel 2025 valuteremo l’eventuale riadesione sulla base delle disponibilità economiche». La decisione di uscire da Avviso Pubblico è stata fortemente criticata dal gruppo di minoranza «Cuorgnè c'è»: secondo Davide Pieruccini l'uscita deliberata dalla giunta comunale è un atto grave, ancor di più in un contesto complesso come quello di Cuorgnè.