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CUORGNE’ - Una nuova cava a Campore di Cuorgnè. La notizia dell’esistenza di un progetto per riprendere l'attività estrattiva nel territorio della frazione, comunicata dall'amministrazione comunale attraverso i canali social, è arrivata in città come un fulmine a ciel sereno. Si tratta di una possibilità che ha subito fatto molto discutere.

«La scorsa settimana è pervenuta da parte della Città Metropolitana di Torino la comunicazione dell'avvio del procedimento relativo ad un progetto di realizzazione di una cava per l'estrazione di materiali inerti nel territorio di Cuorgnè - spiegano dal Comune - il nuovo sito di estrazione sarebbe localizzato a monte della cava dismessa di Campore. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova viabilità alternativa, escludendo ogni passaggio attraverso la località Campore. L'attività prevederebbe la sola estrazione del materiale, senza frantumazione dello stesso, per un periodo massimo di 5 anni. Nelle prossime settimane si svolgerà la conferenza di servizi, convocata da Città metropolitana di Torino, tra la ditta richiedente (Scavi-Ter Morletto Srl), il comune di Cuorgnè, il comune di Pont, Regione Piemonte, Soprintendenza, Asl To4, Arpa e Terna».

La memoria è tornata al 2013, quando la Scavi-Ter aveva già presentato all’allora Provincia un progetto simile. L'amministrazione ha richiesto alla ditta di Rivarolo Canavese di illustrare la proposta ai cittadini prima della conferenza dei servizi. L’incontro è in programma nella sala conferenze dell'ex Trinità, in via Milite Ignoto, lunedì 3 febbraio alle ore 21.

Sulla vicenda è già arrivata la dura presa di posizione del consigliere di minoranza, Davide Pieruccini: «La salute dei cittadini prima di tutto. La mia posizione è stata sempre chiara a riguardo di una riapertura della cava di Campore. Inaccettabile questa apertura dell’amministrazione comunale di Cuorgnè. Cinque anni di estrazione? Il tempo non può essere denaro quando c’è di mezzo la salute dei cittadini. L’aria di Cuorgnè non può essere messa in discussione. Gli enti superiori dovrebbero occuparsi di altro: ponte dei Preti e ospedale del Canavese in primis. Servisse una grande manifestazione, uno sciopero generale cittadino, chiederemo la partecipazione di tutti: studenti, lavoratori, commercianti, associazioni. Eravamo convinti fosse un discorso chiuso...».