CUORGNE’ - Lunedì 3 febbraio la sala conferenze La Trinità di Cuorgnè ha ospitato un incontro chiesto e organizzato dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanna Cresto, con l’obiettivo di illustrare alla cittadinanza l’istanza presentata a Città Metropolitana di Torino dalla Scavi-Ter per la realizzazione di una cava per l'estrazione di materiali inerti nel territorio di frazione Campore. La serata si è svolta alla presenza di un folto pubblico e di tutta la maggioranza consiliare, oltre che del sindaco di Pont, Paolo Coppo, e del consigliere di minoranza Davide Pieruccini. Per la ditta rivarolese, proprietaria del sito dove dovrebbe sorgere la nuova cava, sono intervenuti l’ingegner, Paolo Cavaglià, il geologo, Davide Chiuminatto, l’ingegnere forestale, Marco Allasia, e il dottor Stefano Roletti, che hanno sviscerato i diversi aspetti del progetto, da quelli acustici a quelli geologici, passando per gli studi sul traffico.
«Il nuovo sito di estrazione – ha spiegato la prima cittadina cuorgnatese, Giovanna Cresto – è posto a monte di quella che era la vecchia cava di Campore. Questo incontro precede la conferenza dei servizi, che Città Metropolitana, come autorità competente in materia, ha convocato per esaminare il progetto. Vorrei chiarire che la presentazione di un’istanza non significa apertura del sito. Quest’ultima è subordinata al rispetto di tutta una serie di requisiti perché è un’attività che ha per il territorio un peso nell’immediato e pure per l’avvenire. L’iniziativa di Scavi-Ter è legittima, come impresa privata. Tuttavia, la coltivazione di una cava non è come aprire un negozio o un piccolo sito industriale. Il Comune di Cuorgnè in sede di conferenza di servizi farà una serie di osservazioni su quelli che possono essere i miglioramenti del progetto e sulle criticità, che potrebbero poi condurre anche al diniego dell'apertura. La stessa cosa faranno gli altri enti presenti in conferenza, come Arpa e Asl To4, per esempio. Questo partendo da dati oggettivi. L’obiettivo è verificare che sia sempre e comunque tutelata la salute di tutti i cittadini. E' questo l’aspetto che più ci preme, insieme alla tematica ambientale».
«Non ci saranno trasformazioni permanenti del suolo. Tutte le attività estrattive sono legate ad una concessione limitata nel tempo. Alla fine di questa o addirittura, come nel nostro caso, durante la lavorazione, con l’intento di migliorare l’impatto ambientale, sono previsti degli interventi di rinaturalizzazione. Questi dovrebbero portare l’area a condizioni ecologiche e ambientali almeno pari se non migliorative rispetto a quelle esistenti. Il sito è sottoposto a vincolo paesaggistico, quindi richiede un’attenzione particolare» ha spiegato l’ingegner Cavaglià, che ha rassicurato i presenti sul basso impatto acustico provocato dalla coltivazione (soprattutto per i residenti della vicina località Grangia e della frazione di Campore). Su quanto estratto i professionisti di Scavi-Ter hanno poi specificato: «E’ un materiale praticamente affiorante: non c’è una coltre vegetale da rimuovere per poter accedere agli estratti più interessanti. La frantumazione sostanzialmente non produce polveri. Tutta la lavorazione poi avverrà nel sito industriale di Rivarolo Canavese, dove Scavi-Ter ha la sua sede. A Cuorgnè avverrà solo l’estrazione e il trasporto a valle con automezzi».
In particolare per accedere alla nuova cava i camion faranno un percorso di circa 15 chilometri, che non interesserà la frazione Campore, ma strade provinciali come la sp44 per Alpette. Qui, in prossimità di corso Roma a Cuorgnè, per risolvere le attuali criticità di transito, è stata proposta la realizzazione di una rotonda. Sarà, nei piani dei progettisti, posizionata all’incrocio con via San Rocco e la provinciale e sarà idonea al traffico dei mezzi pesanti. Toccherà sempre a Città Metropolitana esprimersi sulla fattibilità di questa rotatoria. Per quanto riguarda, invece, i mezzi per la movimentazione del materiale sono previsti circa 14 viaggi al giorno, nei periodi di produzione. Saranno utilizzati in prevalenza camion a 4 assi (max 33 tonnellate) e nei momenti di maggiore attività della cava anche dei semirimorchi a 5 assi, quindi con una lunghezza di 16 metri. Nel sito è prevista la presenza di 5-6 operai, stimando, come conseguenza, un paio di macchine al giorno che si dirigono verso il cantiere.
Spiegazioni dettagliate che però non hanno convinto i tanti cuorgnatesi presenti in sala. Sono stati proprio loro ad animare la parte finale dell’incontro esprimendo forte contrarietà, sollevando domande e perplessità sul progetto. In particolare, a dar loro voce ci ha pensato l’ex assessore locale, Sergio Orso, che ha incalzato i professionisti di Scavi-Ter chiedendo loro cosa sia cambiato rispetto al precedente progetto. Orso ha poi evidenziato dubbi sul fatto che siano state risolte le criticità decisive anni fa nell’impedire la riapertura del sito.